Popoli indigeni: Rapporto dell'Onu lancia l'allarme per il 'genocidio' in Colombia

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Si fa sempre più grave la situazione dei popoli indigeni in Colombia. La Relazione sulla Situazione dei Popoli Indigeni in Colombia del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani e le libertà fondamentali degli indigeni, James Anaya, sollecita "lo Stato colombiano ad invitare l'Assessore Speciale per la Prevenzione del Genocidio delle Nazioni Unite per monitorare la situazione delle comunità indigene minacciate dallo sterminio culturale o fisico, secondo l'Atto 004 (del 2009) della Corte Costituzionale. Ugualmente, si sollecita lo Stato a continuare la sua cooperazione con la Procura Generale della Corte Penale Internazionale” - segnala A Sud.

"Già la Relazione del Relatore Speciale che lo precedeva, Rodolfo Stavenhagen, aveva dato la voce di allarme attraverso la commissione “veri genocidi e etnocidi” in Colombia. La Corte Costituzionale Colombiana si è riferita all'imperativo di prevenire “il genocidio”, tra gli altri, di indigeni" - spiega Bartolomè Clavero su 'A Sud'. "Ma - prosegue Clavero - concettualmente la Relazione Stavenhagen parlava di "genocidio ed etnocidio" mentre la Relazione Anaya evita questo secondo termine. C'è una ragione giuridica: nel diritto penale internazionale non esiste nessuna condotta tipica, perseguibile e penalizzabile sotto il nome di etnocidio. Il delitto di diritto internazionale è il genocidio".

Il Rapporto esorta inoltre i gruppi armati della Colombia "a smettere di arruolare bambini indigeni per le loro cause"- riporta Survival. Il rapporto cita il conflitto armato in corso tra l’esercito colombiano e i guerriglieri di sinistra delle Farc (le Forze Armate Rivoluzionarie) come "una delle più gravi minacce che affliggono la popolazione indigena della Colombia". Gli scontri hanno provocato numerose uccisioni, trasferimenti forzati, penuria di cibo, e hanno colpito in particolar modo le donne indigene e i bambini, sottoposti a violenze sessuali o a reclutamento forzato.

“È evidente che la difficile condizione dei popoli indigeni colombiani viene esacerbata e intensificata dal conflitto armato. raticamente tutte le prove raccolte indicano che il conflitto colpisce in modo sproporzionato i popoli indigeni del paese” - si legge nel rapporto. E la ragione di questo è la particolare posizione dei loro territori, che ha grande valore strategico per i gruppi armati e i trafficanti di droga che vi lavorano e competono attorno.

Il rapporto denuncia anche l’inerzia del Governo colombiano, la mancanza di giustizia, i “mega-progetti” e le fumigazioni effettuate per distruggere i raccolti illegali come concause della “grave, urgente e profondamente preoccupante situazione in cui versa la popolazione indigena della Colombia”. Le fumigazioni hanno provocato gravi problemi di salute e “crisi alimentari”. Infine, la condizione della tribù nomade dei Nukak, “trasferita a forza” dalla foresta pluviale alle aree urbane, è sottolineata con una menzione speciale.

Intanto si è aperto ieri a Lima il Foro Pubblico “Il Buen Vivir dal punto di vista dei Popoli Indigeni Andini” convocato dalla CAOI - Coordinamento Andino di Organizzazioni Indigene (Bolivia, Ecuador, Perú, Colombia, Cile, Argentina). Nell'appello il Coordinamento evidenzia che di fronte ai "vecchi paradigmi" proposti dalla civiltà occidentale - che "conducono sull'orlo del baratro causando il progressivo riscaldamento del globo che mette a rischio tutte le forme di vita sul nostro pianeta" - i popoli indigeni propongono il "Buen Vivir, il dialogo e l'armonia con la Madre Terra, che instaura un equilibrio tra natura e cultura, e attraverso tale equilibrio si propone di orientare le scelte economiche, stabilendo una conformità tra le necessità individuali e quelle sociali e collettive". [GB]

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