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La terra dei padri al popolo degli Yanomami
Popoli minacciati
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Chi sono? Gli Yanomami sono uno dei popoli della foresta più numerosi di tutto il Sud America. Abitano la foresta pluviale amazzonica, sulle colline che si estendono lungo il confine tra il Brasile e il Venezuela. Non sappiamo con esattezza da quanto tempo vivono in queste terre, ma è probabile che le abitino sin da quando arrivarono in America i primi popoli, più di 50.000 anni fa.
Come vivono? Le comunità Yanomami vivono nello "yano", una grande casa comune capace di ospitare fino a 400 persone, anche se in genere sono di meno. Lo yano, detto anche "sciabono", ha la forma di un grande anello. Al centro c'è un ampio spazio aperto destinato alle danze e alle cerimonie; la circonferenza, invece, è coperta, ed è lì che le famiglie si riuniscono, ciascuna attorno al suo focolare. Le amache in cui gli Yanomami dormono sono sistemate intorno al fuoco e delimitano lo spazio di ogni famiglia. Gli Yanomami provvedono al proprio sostentamento con la caccia, la pesca e la raccolta, ma anche coltivando orti. Poiché il suolo amazzonico non è molto fertile, ogni due o tre anni gli Yanomami abbandonano il vecchio orto per spianarne uno nuovo nel folto della foresta. In genere coltivano una sessantina di piante: venti circa sono per il cibo; dalle altre, invece, ricavano medicinali o utensili di uso quotidiano. Alcune sono utilizzate anche nelle cerimonie religiose. Nessun uomo mangia la carne dell'animale che ha ucciso, ma la divide tra i familiari e gli amici; in cambio riceverà carne da un altro cacciatore.
Che problemi hanno? Durante gli anni '70 e '80, gli Yanomami hanno sofferto per l'invasione massiccia della loro terra da parte dei cercatori d'oro brasiliani. I "garimpeiros" uccidevano, distruggevano i villaggi ed esponevano le comunità a malattie verso cui queste non avevano difese immunitarie. In soli sette anni morì il 20% della popolazione. Grazie alle pressioni internazionali, nel 1992 il territorio fu finalmente demarcato come "Parco Yanomami" e i cercatori vennero espulsi. Grazie alla demarcazione, gli Yanomami hanno potuto riprendersi ma il loro futuro resta incerto. Il Brasile rifiuta infatti di riconoscere agli Indiani il pieno diritto alla proprietà della loro terra, nonostante abbia sottoscritto una convenzione internazionale che la garantisce, e molti nell'establishment brasiliano vorrebbero ridurre l'area yanomami per aprire di nuovo la strada ai minatori e ai coloni, che continuano periodicamente ad invadere il parco. Anche l'esercito ha accresciuto la sua presenza nel territorio, con l'intenzione di costruirvi nuove caserme.
In cosa consiste il progetto di Survival? Insieme alla ONG brasiliana CCPY (Commissione Pro-Yanomami) Survival ha giocato un ruolo di primo piano nella campagna internazionale lanciata per la creazione del "Parco Yanomami". La demarcazione del territorio, infatti, è avvenuta dopo 20 anni di lavoro ininterrotto sul caso. Oggi, Survival chiede che venga fermata la militarizzazione dell'area, che il territorio yanomami venga protetto e che il governo brasiliano rispetti la legge internazionale riconoscendo agli Yanomami e a tutti gli altri popoli tribali del Brasile i loro pieni diritti di proprietà delle loro terre.
Survival sostiene inoltre i progetti autogestiti che gli Yanomami hanno ideato per difendere autonomamente i loro diritti e mantenere la propria identità. Per maggiori informazioni su tali progetti, clicca qui. [MDT]