Kurdi: repressione in Turchia e Siria

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Da giorni è in atto una durissima repressione dell'esercito turco contro la popolazione civile kurda: arresti in massa, uccisioni, repressioni al di fuori di ogni legalità riporta un cartello di organizzazioni di Milano che risponde all'appello lanciato al movimento per la pace proveniente dal Kurdistan turco invitanto a promuovere iniziative di protesta e a sensibilizzare i mezzi di informazione. "Invitiamo a promuovere iniziative di protesta, a sensibilizzare i mezzi di informazione, a fare pressione sui politici italiani ed europei e sulle istituzioni locali perché i gravissimi episodi di repressione e violenza in corso non rimangano oscurati dalla censura dello stato turco. Invitiamo Comuni, Province, Regioni ad approvare Ordini del Giorno per chiedere alla Turchia l'attuazione di riforme democratiche ed il rispetto dei diritti umani" - riporta un cartello di associazioni che invita ad inviare fax ed e-mail al governo turco, all'ambasciata turca in Italia, all'ambasciata italiana ad Ankara.

Intanto l'Associazione Popoli Minacciati (APM) riporta l'arresto in Siria di oltre 100 persone, tutte kurde>, avvenuto il 20 marzo durante le festività per il Capodanno kurdo. L'APM è in possesso di una lista con 73 nominativi di persone arrestate. Il 20 marzo circa 5.000 persone avevano seguito l'appello dei partiti e delle organizzazioni kurde e si erano trovate ad Aleppo in occasione del Capodanno per ricordare in modo pacifico i prigionieri politici e i morti kurdi. La gente riunita ha acceso candele, ha cantato, e qualcuno ha sventolato bandiere kurde. A quel punto sono scattati i primi arresti e le forze di sicurezza hanno sciolto la riunione con i gas lacrimogeni. Quando alcuni presenti hanno iniziato a lanciare sassi verso le forze di sicurezza, queste hanno sparato sulla folla.

I Kurdi in Siria sono circa 2 milioni e costituiscono il 12% della popolazione. Non godono dei loro diritti alla propria lingua e cultura. Nel corso della campagna di arabizzazione almeno 200.000 Kurdi sono stati privati della cittadinanza siriana e nonostante le assicurazioni contrrie del dittatore siriano Bashar al Assad restano tuttora senza diritti di cittadinanza nel proprio paese.

E una recluta di 19 anni, Mohammed Othman è morto in seguito ai soprusi subiti durante il servizio militare. Dalle informazioni attendibili ricevute dall'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) risulta che solo il 28 marzo il giovane si era lamentato con il padre del fatto che insieme a altre reclute kurde veniva regolarmente picchiato da superiori e commilitoni. Diverse volte sarebbe inoltre stato messo sotto l'acqua fredda e poi costretto a stare nudo al freddo. Quando infine si ammalò, un medico si sarebbe rifiutato di visitarlo. Dopo l'iniziale rifiuto dei militari di consegnare la salma del giovane ai familiari, il corpo di Othman è stato trasportato ancora nella stessa notte con mezzi militari nel suo paese natale. Secondo le disposizioni militari, Mohammed Othman avrebbe dovuto essere seppellito immediatamente, ma i famigliari sono riusciti a scattare delle fotografie della salma, da cui risultano evidenti segni di tortura. Mohammed Othmann era stato chiamato al servizio militare solo un mese fa. [GB]

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