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Indigeni: scarsi risultati anche dalle Nazioni Unite
Popoli minacciati
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In occasione della Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni (9 agosto) indetta dalle Nazioni Unite sono state ricordate le condizioni sempre peggiori in cui versano i 300 milioni di indigeni in tutto il mondo. Essi sono sempre più marginalizzati, le loro culture e conoscenze rischiano di andare perse per sempre. Rischiano di scomparire in pochi anni soprattutto i gruppi più piccoli che hanno adattato il proprio stile di vita
e la propria sussistenza a condizioni ambientali difficili e particolari, come p.es. i nomadi del mare nel Sudest asiatico, i pigmei delle ultime grandi foreste africane oppure gli indigeni ecuadoregni minacciati dall'estrazione petrolifera.
"I popoli indigeni sono i grandi perdenti della globalizzazione - ricorda l'Ass. Popoli Minacciati - proteggere i popoli indigeni dallo sfruttamento selvaggio delle loro risorse da parte delle multinazionali, dalla deforestazione dei loro boschi e dalla
distruzione dei loro fiumi a causa delle dighe doveva essere il fine che le Nazioni Unite s'erano poste quando nel 1994 fu indetto il decennio internazionale dei Popoli Indigeni. Fino ad ora però i limiti posti al furto delle terre, all'inquinamento ambientale e quindi alla distruzione dell'habitat naturale dei popoli indigeni sono stati pressoché inesistenti".
Survival International, l'organizzazione internazionale che sostiente le popolazioni indigene ha nominato in occasione della giornata 3 tribù che sono considerate a maggior rischio di soppravvivenza: gli Ayoreo-Totobiegosode nella regione ovest del Paraguay, i Gana e Gwi "Bushmen" nel centro della riserva del Kalahari in Botswana e gli Jawara, 250-300 persone che vivono nelle foresete pluviali nell'isola Andaman nell'Oceano Indiano.
Per ricordarne solo alcuni tra i popoli minacciati, ci sono anche 70 milioni di Adivasi in India, i Saami nel Nord dell'Europa, gli Indiani del Nord, Centro e Sud-America, gli aborigeni australiani, i San dell'Africa meridionale e molti altri ancora.
Fonte: Associazione per i popoli minacciati, Survival International.