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Greenpeace: «Basta scarichi, le aree marine protette non sono una fogna»
Popoli minacciati
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Foto: Greenpeace.org
La scorsa settimana attiviste e attivisti di Greenpeace Italia hanno appeso un enorme striscione raffigurante un gabinetto con la scritta “Basta scarichi” all’arco dell’isolotto della Gaiola, nel Golfo di Napoli, per ricordare al governo che le Aree Marine Protette (AMP) sono luoghi preziosi per tutelare la biodiversità marina e non aree dove convogliare nuovi scarichi fognari. Altri attivisti hanno mostrato dalla terrazza dell’AMP Gaiola il messaggio “Le Aree Marine Protette non sono una fogna”.
Lo scorso febbraio, Greenpeace Italia aveva presentato insieme all’associazione Marevivo un ricorso al TAR della Campania per chiedere che fosse riconosciuta l’illegittimità di un decreto del Ministero dell’Ambiente che autorizza il raddoppio degli scarichi fognari nella Zona Speciale di Conservazione Europea IT8030041 “Fondali Marini di Gaiola e Nisida” della Rete Natura 2000 (ZSC), in prossimità dell’Area Marina Protetta parco sommerso di Gaiola. Il progetto rientra nell’ambito del programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana (Praru) dell’ex area industriale di Bagnoli e avrebbe un forte impatto sulla biodiversità di entrambe le riserve marine, già messe a dura prova da innumerevoli impatti antropici, incluso uno scarico già presente nell’area.
«Anziché proteggere la nostra straordinaria biodiversità marina, il governo vuole trasformare persino le aree di pregio in fogne a cielo aperto», dichiara Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia. «La comunità scientifica ritiene che le aree marine protette siano gli unici strumenti efficaci per tutelare il mare. Piuttosto che mettere a rischio le poche aree già tutelate, dovremmo estendere la protezione dei nostri mari fino al 30% entro il 2030: obiettivo internazionale su cui l’Italia è clamorosamente in ritardo»...