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Gerusalemme Est: niente guide turistiche locali
Popoli minacciati
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3.4 milioni- sono i turisti stranieri che, secondo le stime presentate dal direttore generale del ministero del turismo israeliano Noaz Bar-Nir settimana scorsa, avranno visitato Israele alla fine del 2010. Una cifra consistente che, superando i risultati degli scorsi anni, dimostra il valore e l’importanza che il turismo rappresenta nella regione- una risorsa anche per i Territori occupati e per quei centinaia di residenti di Gerusalemme Est che si guadagnano da vivere come guide turistiche nella capitale contesa.
Una proposta di legge depositata nelle scorse settimane dall’onorevole Gideon Ezra (del partito Kadima) e appoggiata da altri sette membri del Parlamento (dei partiti Likud, Shas e Meretz), peró, potrebbe cambiare la situazione. La proposta, congelata, come dichiarato dallo stesso parlamentare, per non danneggiare i negoziati con i palestinesi, impedirebbe, infatti, agli abitanti di Gerusalemme Est di lavorare come guide turistiche professionali.
Il motivo? Non rappresenterebbero, come riportato dal quotidiano Haaretz e successivamente denunciato da organizzazioni e attivisti, l’interesse nazionale israeliano in maniera appropriata. Nel dettaglio, la proposta prevede che una guida che porta in giro un gruppo di turisti superiore alle 11 persone debba essere cittadino israeliano. Un dettaglio non del tutto indifferente, considerando che la maggior parte dei palestinesi di Gerusalemme Est gode dello status di residente permanente ma non é in possesso della cittadinanza israeliana. Circa 300 guide turistiche di Gerusalemme Est in possesso del certificato ufficiale rilasciato dal ministro del turismo israeliano- questo il numero dichiarato da Samir Bahbah, portavoce dell’associazione delle guide turistiche di Gerusalemme Est- potrebbero, insomma, perdere il proprio lavoro se la legge venisse approvata.
“Nello Stato di Israele ci sono siti turistici di valore”, questo quanto contenuto nel testo della proposta di legge, “e spesso ci sono disaccordi sul modo di presentare tali siti da un punto di vista storico, religioso e culturale. La cittá di Gerusalemme con i suoi numerosi siti storici, é un esempio di un sito sul quale ci sono disaccordi di questo tipo. Alcuni residenti di Israele, come quelli di Gerusalemme Est, manifestano spesso una <duplice lealtá>, in quanto votano per le elezioni dell’Autoritá palestinese”.
I residenti in questione presenterebbero posizioni anti-israeliane ai gruppi che accompagnano e, proprio per evitare tale fenomeno, la legge dovrebbe prevedere che agenzie di viaggio e organizzazioni che si occupano di tour per turisti stranieri inseriscano nel proprio organico guide in possesso della cittadinanza israeliana. Per garantire, insomma, lealtá istituzionale nei confronti dello Stato di Israele.
Secondo l’associazione per la tutela dei diritti umani Ir Amim la motivazione principale della proposta di legge sarebbe chiaramente politica, l’obiettivo quello di indebolire una delle poche risorse economiche rimaste a Gerusalemme Est. La legge, insomma, indebolirebbe ulteriormente l’economia della cittá contribuendo al suo deterioramento. “La proposta fa parte di un’ondata di iniziative legislative razziste e anti-democratiche che hanno inondato Israele ultimamente e hanno contribuito al deterioramento dell’industria del turismo palestinese nella cittá”, denunciano i portavoce dell’organizzazione. “Dal 1967 in poi, e soprattutto negli ultimi anni, Israele ha fatto tutto il possibile per distruggere l’economia palestinese a Gerusalemme Est.
Tutti i finanziamenti pubblici vengono dati agli hotel israeliani, i tour operator palestinesi lamentano il fatto che la municipalitá di Gerusalemme trascura aree con alta potenzialitá turistica, secondo i calcoli fatti da palestinesi proprietari di hotel le tasse versate sui loro introiti sarebbero del 37 per cento contro l’11 per cento dei colleghi israeliani; i proprietari di negozi nella Cittá Vecchia denunciano il fatto che le agenzie turistiche israeliane organizzano i loro tour in maniera tale da evitare pause per lo shopping nei loro negozi. “ Secondo Ir Amim, la politica del turismo promossa da Israele farebbe parte di un piano generale il cui obiettivo sarebbe l’eliminazione della Green Line: “Gerusalemme Est sta diventando una gigantesca e povera periferia di Gerusalemme Ovest.”
Michela Perathoner inviata di Unimondo