Ecuador: proteste per gli accordi 'chiusi' del Tlc

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Sotto strette misure di sicurezza e accompagnata da grandi proteste dei movimenti sociali ed indigeni, si è aperta la "V Ronda" di negoziazioni del Trattato di Libero Commercio - TLC - tra i Paesi andini (Ecuador, Colombia, Perù) e gli Stati Uniti. Fino a venerdì, circa mille e cinquecento partecipanti, tra delegati e tecnici, saranno riuniti nell'Hilton Colòn Hotel, uno dei più esclusivi alberghi di Guayaquil, capitale economica e principale porto ecuadoriano, per discutere sugli aspetti normativi e sulle rispettive offerte di prodotti industriali e agricoli. I 16 tavoli di discussione riguardano temi come i sussidi, l'accesso ai mercati, la proprietà intellettuale, le privatizzazioni, gli investimenti esteri ed i servizi finanziari. Si tratta di aspetti particolarmente sensibili dell'accordo, la cui discussione è stata rimandata finora proprio a causa dei forti contrasti tra i Paesi coinvolti.

L'obiettivo di questa ronda è quello di trovare dei punti di contatto tra la delegazione statunitense, che preme affinché i Paesi andini eliminino le proprie barriere doganali e privatizzino servizi come l'acqua e le telecomunicazioni, e il blocco andino che insiste affinché gli USA pongano dei limiti ai sussidi all'agricoltura, che falsano le regole della libera concorrenza, e permettano il libero accesso al loro mercato interno dei più importanti beni di esportazione dei paesi latinoamericani. Le discussioni si realizzano a porte chiuse e soltanto 600 imprenditori hanno avuto accesso alla cosiddetta "stanza a fianco", dove possono consultare i documenti che usciranno dai diversi tavoli, con l'obbligo però di non divulgare nessuna delle informazioni a cui avranno accesso. Nel frattempo, diverse organizzazioni di lavoratori ecuadoriani hanno realizzato i primi sit-in di protesta contro il TLC nelle vicinanze dell'Hilton Colòn Hotel.

La Confederazione delle popolazioni indigene dell'Ecuador (Conaie) ha dichiarato per voce di Leonidas Iza che "i negoziati devono fermarsi per la mancanza di legittimità, trasparenza e partecipazione". Un'opposizione che vuole rivendicare la sovranità del popolo per l'adesione a questi accordi che vengono considerati iniziative che portano morte e povertà. Per oggi è annunciata una marcia di protesta per esigere una consulta popolare affinché il popolo ecuadoriano possa pronunciarsi sul TLC. L'onda delle proteste segue quelle che lo scorso settembre avevano visto più di cento persone della provincia amazzonica Sucumb㭀os chiedere al ministro degli Esteri ecuadoregno di intervenire perché Bogotà interrompa le fumigazioni aeree di erbicidi sui campi di coca e papavero, a meno di 10 km. dal confine. Anche la Conaie ha sostenuto l'esposto presentato dalla Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) di Parigi alla Corte Costituzionale di Quito, in cui chiede al governo ecuadoregno di spiegare quali azioni ha intrapreso per proteggere la popolazione dalle fumigazioni. [AT]

Altre fonti: Campesinos del Ecuador, Movimentos

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