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Diritti umani. Indonesia vs Brasile
Popoli minacciati
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I video che mostrano le torture che i soldati indonesiani infliggono agli indigeni della Papua Nuova Guinea, diffusi dall'associazione Survival Intarnational, a qualcuno non sono piaciuti. Il sito dell'organizzazione per i diritti umani, e altri quattro di associazioni umanitarie che avevano diffuso le immagini, sono stato oscurati da un attacco hacker. Contro il sito principale inglese di Survival (vedi quello italiano) è poi scattata una massiccia offensiva attraverso un attacco di tipo “Denial of Service”: molte migliaia di computer in tutto il mondo hanno bombardato simultaneamente il sito di Survival, facendolo collassare.
L’attacco è tutt’ora in corso. Hanno subito attacchi cybernetici anche altre organizzazioni che hanno pubblicato lo stesso video delle torture. Survival aveva già subito simili offensive durante la campagna condotta contro il governo del Botswana, responsabile di aver sfrattato i Boscimani dalle loro terre ancestrali.
"Non si tratta di un sabotaggio ideato da un paio di ‘smanettoni in un garage - ha dichiarato il Direttore di Survival Stephen Corry - bensì di un attacco molto costoso e sofisticato classificabile come cyberterrorismo. Il danno arrecato a Survival International potrà anche essere considerevole, ma non è ovviamente nulla rispetto a quello inflitto alle tribù di Papua o ai Boscimani del Botswana. Non stiamo parlando solo di una battaglia locale per la sopravvivenza degli ultimi cacciatori Boscimani rimasti in Africa o degli oltre 1 milione di indigeni oppressi nel Papua Occidentale; questa è un’offensiva diretta anche contro tutti coloro che osano combattere il predominio del denaro e dei governi sui diritti umani. Le forze schierate contro di noi sono colossali, e potrebbero aver vinto questo round, ma noi non molleremo mai".
A proposito di popoli minacciati il 6 dicembre prossimo avverrà la premiazione in Svezia di Dom Erwin Krautler, vescovo di Xingu, in Brasile. Dal 2006 è presidente del Consiglio indigenista missionario della Conferenza episcopale brasiliana, è uno dei quattro vincitori del ''Right Livelihood 2010 Award''.- Il Nobel alternativo. Il premio è stato ideato nel 1980 dalla omonima fondazione svedese per premiare personalità che si sono distinte nel rispondere alle sfide più urgenti del momento.
Dom Krautler, nato in Austria nel 1939 ma dal 1964 missionario in Brasile e dal 1978 anche cittadino brasiliano, è stato premiato per la sua ''vita dedicata alla difesa dei diritti umani e ambientali dei popoli indigeni e per i suoi sforzi instancabili per salvare la foresta amazzonica dalla distruzione''. Il vescovo fu addirittura ferito gravemente nel 1987 in un incidente automobilistico molto probabilmente pianificato. Dal 2006 vive sotto scorta a causa delle numerose minacce di morte ricevute da latifondisti e sfruttatori dell'Amazzonia.
I tredici vescovi dello Stato brasiliano del Parà avevano allora lanciato un grido d'allarme per l'Amazzonia e i popoli che ci vivono, minacciati dai megaprogetti governativi per la costruzione di centrali idroelettriche. Per il presidente dei vescovi brasiliani mons. Geraldo Lyrio Rocha, ''questo premio è un grande omaggio a dom Erwin e onora molto anche la Conferenza episcopale brasiliana''. Il premio, prosegue il presidente dei vescovi brasiliani, ''e' un riconoscimento della grande lotta condotta da dom Erwin in difesa della vita dei popoli indigeni e della loro dignità umana''.
Già un altro vescovo brasiliano, dom Helder Camara, ricevette il Premio Nobel alternativo durante il periodo della dittatura in Brasile. Gli altri vincitori del ''Right Livelihood 2010 Award'' sono l'organizzazione israeliana ''Medici per i diritti umani-Israele'' che lavora in Israele e Palestina, il nigeriano Nnimmo Bassey, 52 anni, che lotta contro ''gli orrori ecologici e umani della produzione del petrolio'' e il nepalese Shrikrishna Upadhyay, 65 anni, impegnato nella lotta contro la povertà insieme all'organizzazione Sappros. [F.P.]