Colombia: rischio di nuovi massacri e violazioni

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L'Alto Commissariato per i Profughi delle Nazioni Unite (ACNUR) e il Difensore del Popolo avvertono del imminente rischio a cui sono esposte le comunità nere, indigene e contadine del municipio di Bojayá (Choc㳀) a causa dei costanti combattimenti tra guerriglieri e paramilitari nella zona. Il Difensore del Popolo V㳀lmar Pérez Ortiz ha segnalato che, come già successe nella regione il 2 maggio 2002 quando morirono 119 persone, uno dei responsabili del massacro, i paramilitari dell'unità Elmer Cárdenas, avanza ora verso gli sbocchi dei fiumi Bojayá, Napip㭀 e Opogad㳀, dove da tempo stazionano le forze delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane): lo riporta l'Associazione per i popoli minacciati (APM).

L'ACNUR informa che "sabato circa 250 persone dei 350 abitanti afrocolombiani di Pogue, sul fiume Bojayá, sono fuggiti verso Bellavista, scortati dalle autorità colombiane dell'ufficio del difensore del popolo, dell'ufficio della Procura generale e di rappresentanti di movimenti comunali. Per due settimane gli abitanti di Pogue erano rimasti intrappolati tra i combattimenti delle forze irregolari." Il Difensore ha confermato che le 24 comunità indigene della zona hanno optato, secondo la loro consuetudine, per non abbandonare le proprie terre, "ma di fronte alla gravità della minaccia alcuni membri della comunità Embera hanno segnalato la propria intenzione di trasferirsi a Nuqu㭀, Bah㭀a Solano e Jurad㳀, e addirittura nella zona di frontiera con il Panama dove alcuni hanno dei familiari". Gli indigeni hanno informato i rappresentanti sul luogo dell'ACNUR che i gruppi armati irregolari bloccano il passaggio anche di alimenti, medicine e di altri beni di vitale importanza. "Altri hanno subito intimidazioni e minacce da parte dei gruppi armati che hanno sparato in aria e minacciato di uccidere gli uomini e stuprare le donne".

Le comunità indigene denunciano l'evidenza della presenza di gruppi armati illegali nella zona. Secondo il Difensore del Popolo la situazione è a dir poco paradossale poiché "nella municipalità di Bojayá è stazionato il Battaglione Manosalva Fl㳀rez dell'esercito che si suppone controlli la zona del fiume e si registra una forte presenza della forza pubblica anche a Vig㭀a del Fuerte, a cinque minuti da Bellavista." Vista la grave situazione umanitaria in cui versano le comunità della zona, l'ACNUR e il Difensore del Popolo pensano sia necessario che le autorità competenti dello Stato esercitino un reale controllo nella regione, e che tutte le parti in causa rispettino i principi dei diritti umani nel "rispetto della popolazione civile e a garanzia della sicurezza degli attivisti umanitari".

 

Approfondimento: Il conflitto colombiano (da Warnews)

Anche Amnesty International, denunciando il sequesto di cinque attivisti impegnati con le comunità di afro-discendenti a Jiguiamiand㳀 e Curvarad㳀 (Choc㳀), chiede che il lavoro dei difensori dei diritti umani venga rispettato da tutte le parti in conflitto. Il conflitto tra le Farc e l'esercito, cominciato 40 anni fa, ha portato a 15 mila vittime tra combattenti effettivi e fiancheggiatori. Sul fronte della lotta sindacale, nonostante i rappresentanti della Coca Cola continuino a sostenere la loro totale estraneità agli episodi di violenza nei confronti del sindacato colombiano, i fatti parlano invece di nuove e reiterate minaccie di morte verso i rappresentanti e sindacalisti del Sinaltrainal.

La Colombia vive oggi l'asprezza del conflitto intestino su un doppio livello, istituzionale e extraparlamentare - segnala Warnews. Da un lato il linguaggio del compromesso diplomatico, dall'altro la catena senza sosta di sequestri, uccisioni e rilasci di persona. Risale alle ultime ore l'annuncio da parte del Congresso colombiano di chiudere le porte a qualsiasi iniziativa che direttamente o indirettamente favorisca chi - all'interno delle logge partitiche - si sia servito dei traffici della coca per arricchirsi e aggiungere vantaggi economici alla già privilegiata posizione politica. [GB]

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