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Cile: rilasciato Tomas Hirsch, candidato a presidente
Popoli minacciati
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E' stato rilasciato Tomas Hirsch, candidato dell'alleanza di sinistra Juntos Podemos alle prossime elezioni presidenziali cilene, che il 14 settembre era stato detenuto insieme a trenta militanti di organizzazioni dei diritti umani e familiari di desaparecidos, durante un pacifico sit-in di fronte al Ministero della Giustizia, a Santiago - informa il sito La Segunda. I manifestanti - una sessantina - avevano protestato per la riduzione delle pene a militari condannati per violazione dei diritti umani durante la dittatura di Pinochet e per impedire l'approvazione della "legge di punto finale", che impedirebbe di fatto di processare chi ha commesso atrocità e torture.
I carabinieri avevano disperso i manifestanti portandoli via con brutalità e bagnandoli con gli idranti. Insieme a Tomas Hirsch sono stati arrestati e portati in commissariato la presidente del Gruppo di familiari di detenuti scomparsi Lorena Pizarro, gli avvocati Julia Urquieta e Hugo Gutiérrez, l'attore di telenovelas 㓀scar Hernández e José Manuel Guerrero, figlio del professor Manuel Guerriero Ceballos, il cui assassino è stato graziato qualche settimana fa dal presidente Lagos.
Mentre veniva caricato su un cellulare, Hirsch ha protestato con i giornalisti presenti per il brutale trattamento subito: "Così viene trattata in Cile la gente che lotta per il rispetto dei diritti umani! Questa è l'impunità promossa dal presidente Lagos, questa è la democrazia bugiarda, che nessuno vuole, in cui chi viola i diritti umani viene protetto! Così si reprimono i familiari! Se io, che sono candidato a presidente, vengo trattato in questo modo, se i dirigenti di organizzazioni dei diritti umani vengono trattati in questo modo, non rimane speranza per il nostro popolo. Eppure noi continueremo a lottare perché in Cile ci sia democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani!".
Hirsch protestava per la decisione del presidente della Repubblica Ricardo Lagos di proporre un seggio alla Corte suprema di giustizia per il giudice Sergio Mu㱀oz, titolare di alcune tra le più importanti inchieste giudiziarie del Paese, soprattutto quella sui conti segreti dell'ex-dittatore Augusto Pinochet Ugarte (1973-1990) presso la statunitense Riggs Bank. Contrariato per la concessione dell'indulto, avvenuta alcuni giorni fa, a un ex-militare responsabile di violazioni dei diritti umani durante la dittatura pinochetista, Hirsch in compagnia di un centinaio di compagni di partito si era diretto alla volta della Moneda, il palazzo presidenziale, per esprimere tutto il suo dissenso contro queste impreviste e improvvise decisioni di Lagos.
Più tardi, dopo essere stato liberato insieme agli altri arrestati, Hirsch è tornato al monumento a Salvador Allende, davanti al palazzo presidenziale della Moneda. I carabinieri hanno tentato un'altra volta di disperdere i manifestanti e alla fine di lunghe trattative il candidato di Juntos Podemos ha letto un comunicato in cui accusava il Ministro dell'Interno di aver ordinato il suo arresto. Il ministro ha risposto difendendo l'operato dei carabinieri, ma al tempo stesso ordinando un'inchiesta per "determinare se ci sia stato un uso sproporzionato della forza" da parte loro. Tomas Hirsch si è impegnato a continuare gli sforzi, insieme alle organizzazioni di diritti umani, per evitare l'approvazione di una "ley de punto final".
E nei giorni scorsi era stata respinta la candidatura alle presidenziali del dirigente indigeno mapuche Aucán Huilcamán "per non aver rispettato gli obblighi di legge". "Non ha rispettato gli obblighi di legge presentando solo il 4% delle 35.171 firme autenticate necessarie a convalidare la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 12 dicembre": con questa motivazione il Servizio elettorale cileno ha bocciato la richiesta del dirigente indigeno mapuche Aucán Huilcamán a presentarsi alla corsa alla massima carica dello Stato - informa l'agenzia Misna. Secondo l'articolo 18 della 'Ley orgánica constitucional', Huilcamán avrà cinque giorni di tempo per presentare un eventuale ricorso. Per cercare consensi e raccogliere sottoscrizioni alla sua candidatura, il primo aspirante mapuche al palazzo de La Moneda aveva percorso a cavallo gli 800 chilometri che separano la sua città natale Temuco alla capitale Santiago; presentando la richiesta di correre alla presidenza, tuttavia, lo stesso Huilcamán aveva ammesso di non avere avuto i mezzi per fare convalidare le firme necessarie da un notaio a causa dell'alto compenso richiesto.
Il movimento 'Junto Podemos' ha espresso solidarietà al dirigente indigeno sostenendo che le regole vigenti in materia elettorale "costituiscono un ennesimo fattore di esclusione per i settori più poveri", dal momento che "alcuni notai pretendono spesso parcelle del tutto ingiustificate". Il Servizio elettorale ha invece confermato le altre 4 candidature presentate, quelle della socialista Michelle Bachelet, sostenuta dalla Concertazione democratica, dei due candidati conservatori Joaqu㭀n Lav㭀n (destra pinochetista) e Sebastian Pi㱀era (centro-destra), e di Tomás Hirsch, sostenuto da una coalizione composta dai partiti comunista e umanista. Favorita è la socialista Michelle Bachelet, anche se molti osservatori attendono con impazienza nuove indagini sulle intenzioni di voto dopo le ultime decisioni di Lagos. [GB]