Chiapas: buio sui Monti Azules

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Facilitare una soluzione pacifica del conflitto in Chiapas. Lo ha richiesto al Congresso dell'Unione del Messico il relatore speciale dell'ONU per i Popoli Indigeni Rodolfo Stavenhagen. Tra le sue indicazioni, ricevute con estrema freddezza dal governo federale, anche quella di bloccare le deportazioni dai Montes Azules, che nonostante le pressioni internazionali, continuano.

"Occorre riaprire il dibattito sulla riforma costituzionale in materia indigena con l'obiettivo di definire chiaramente tutti i diritti fondamentali dei popoli indigeni secondo la legislazione internazionale vigente" ha affermato recentemente Rodolfo Stavenhagen.

Le indicazioni mosse dall'esperto delle Nazioni Unite sono il frutto di una missione speciale in Messico effettuata tra il primo ed il 18 di luglio 2003. In particolare Stavenhagen ha sottolineato come il processo di pace in Chiapas deve andare di pari passo alla soluzione dei conflitti agrari ed ambientali presenti nel Paese americano. Il relatore ha poi definito prioritaria l'approvazione di "un'istanza nazionale di attenzione ai profughi interni che sia dotata delle risorse necessarie per venire incontro alle loro necessità, compreso il risarcimento di eventuali danni subiti".

Proprio legata ai profughi interni è la vicenda della regione dei Montes Azules. In quest'ultima si sarebbero insediati, negli ultimi anni, migliaia di profughi obbligati da bande paramilitari filogovernative ad abbandonare altre parti del Chiapas. Ora forti tensioni, che il governo federale non sembra voler lenire, sono in atto con le comunità che originariamente abitavano l'area. Gli incidenti si susseguono. Alla fine del gennaio scorso il Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas ha denunciato l'incendio di case da parte di militari messicani nella comunità di Nuevo San Rafael situata nella riserva dei Montes Azules, vittime ancora una volta dei profughi provenienti da altre parti della regione.

L'interesse dei governi federale e statale per la zona dei Montes Azules, dichiarata area naturale, secondo quindici organizzazioni civili e dei diritti umani non è limitato a "restituire le terre occupate alla comunità lacandona né a proteggere la biodiversità, ma finalizzato a rispondere alle richieste della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo e soddisfare le imprese transnazionali interessate a sfruttare le risorse naturali della zona". [DS]

Altre fonti: Coordinamento italiano di solidarietà al Chiapas, La Jornada.

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