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Brasile: la soia minaccia gli Enawene Nawe del Mato Grosso
Popoli minacciati
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In Brasile, lo spietato avanzare della "frontiera della soia" sta distruggendo i fiumi e la foresta di una delle tribù meno conosciute dell'Amazzonia, gli Enawene Nawe -denuncia Survival International. Vaste aree di foresta incontaminata vengono disboscate per lasciar spazio a infinite distese di soia, inframmezzate da enormi fattorie e grandi allevamenti di bestiame, controllati da potenti politici locali e nazionali.
Gli indiani Enawene Nawe sono una delle poche tribù nel mondo che non mangia carne rossa. La loro casa, un ricco territorio di foresta pluviale e savana all'estremità del bacino amazzonico brasiliano, offre loro colture, miele e, soprattutto, pesce in abbondanza. Gli Enawene Nawe, infatti, sono pescatori esperti; durante la stagione delle piogge costruiscono elaborate dighe sui fiumi e intrappolano enormi quantità di pesce che affumicano in case costruite appositamente.
Quando le autorità brasiliane hanno creato una riserva per proteggere una parte delle terre ancestrali della tribù, hanno escluso dai suoi confini un fiume di grande importanza. Conosciuto dai Brasiliani come Rio Preto (ma chiamato dagli Indiani "Adowina", ovvero "il fiume del frutto del genipapo"), questo corso d'acqua è vitale per la sopravvivenza della tribù, dato che è una delle loro più importanti fonti di cibo. Kawari, un anziano della tribù, spiega: "Questa terra appartiene agli yakiriti (spiriti ancestrali) che sono i padroni di tutte le risorse naturali. Se distruggi la terra e i pesci, gli yakiriti si vendicheranno e ci uccideranno tutti".
La foresta che circondava il fiume è stata disboscata e i diserbanti altamente tossici, utilizzati nel sottobosco, hanno contaminato il fiume. Molti dei luoghi di pesca degli Enawene Nawe sono stati distrutti in questa stessa zona nel 2002, probabilmente dai dipendenti di un potente agricoltore locale. Da molti anni, gli Enawene Nawe fanno pressione sulle autorità brasiliane, chiedendo che l'area del Rio Preto venga ufficialmente riconosciuta come terra indigena prima della sua totale distruzione. Nel 2004, il Funai, il dipartimento governativo agli Affari Indiani, promise di mandare una squadra nell'area per rilevare i confini del territorio ma la mappatura non è mai stata compiuta.
Tra il 2003 e il 2004 lo stato del Mato Grosso, dove vivono gli Enawene Nawe, ha raggiunto livelli record di deforestazione (le ultime cifre disponibili evidenziano che la deforestazione di quest'area costituisce la metà dell'intera deforestazione operata in Amazzonia). Contemporaneamente, il governatore dello Stato, Blairo Maggi, ha chiesto alle autorità federali di sospendere per due anni l'identificazione di nuovi territori indigeni. Nel 1998, proprio la famiglia Maggi, il più grande produttore di soia del paese, aveva costruito illegalmente una strada nella terra degli Enawene Nawe, poi fortunatamente chiusa da un pubblico ministero federale.
Gli Enawene Nawe sono stati contattati per la prima volta nel 1974. Il contatto è stato pacifico ed è avvenuto senza traumi. Allora si contavano solo 97 individui, oggi invece la tribù supera i 420 membri. Al loro interno sono divisi in clan e vivono in dieci grandi maloche, o case comuni, costruite in legno e paglia. Le case sono disposte in cerchio e in mezzo sorge la "casa dei flauti sacri". Il loro rituale più importante si chiama Yakwa e viene celebrato quando gli uomini e i ragazzi tornano dai luoghi di pesca; durante la festa, il cibo viene condiviso ritualmente con il mondo spirituale.
Temendo che i danni al Rio Preto possano presto diventare irreversibili, nel maggio scorso gli Enawene Nawe si sono recati nella capitale Bras㭀lia, per incontrare i rappresentanti del Funai. In quella occasione, hanno saputo che non sarà effettuata nessuna nuova demarcazione nello stato del Mato Grosso. Gli Enawene Nawe hanno quindi chiesto a Survival di sostenerli nella loro battaglia per riappropriarsi del Rio Preto, vitale per la loro sopravvivenza. [GB]