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Brasile: due riserve per far rivivere l'Amazzonia
Popoli minacciati
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Il governo Lula ha istitutito due riserve naturali per una superficie complessiva pari a 2 milioni di ettari: "Verde Para Sempre" di circa 1.300.000 ettari e "Riozinho do Anfrisio", di circa 700.000 ettari, entrambe nello stato del Parà. Un risultato ottenuto anche grazie all'impegno di Greenpeace che lavora da sempre con le comunità locali per l'istituzione di una rete di aree protette in questa regione dell'Amazzonia per bloccare la deforestazione e l'avanzare degli allevamenti di bestiame. "Lula ha deciso di proteggere l'Amazzonia e le persone che ci vivono, onorando la memoria di Chico Mendes. Con questa decisione ha mostrato che il futuro di questa terra è nelle mani della popolazione e non di chi disbosca illegalmente, dei coltivatori di soia o degli allevatori di bestiame" ha detto Paulo Adario dalla base di Greenpeace in Amazzonia.
Le riserve create sono del modello inventato da Chico Mendes e dai seringueiros nel 1980, adottato poi dal governo dieci anni dopo: le persone che vivono nella foresta esercitano diritti collettivi sulla terra e sulle risorse naturali, mantenendo così un'economia tradizionale nel rispetto dell'ambiente. Ora, l'allevatore nonché sindaco del paese di Porto de Moz, Gerson Campos, e l'azienda di taglio del legname Madernorte, che hanno occupato illegalmente aree forestali che appartengono a tutti, verranno espropriati. L'anno scorso l'IBAMA (il ministero brasiliano dell'ambiente), l'esercito e la polizia federale hanno sequestrato con un blitz milioni di metri cubi di legno tagliato illegalmente, sostenuti da Greenpeace presente nella regione con la nave "Arctic Sunrise".
L'IBAMA, Greenpeace e la stessa polizia sono stati oggetto di attacchi da parte delle aziende locali impegnate nella deforestazione. Molte pressioni sono partite anche verso l'Italia proponendo una moratoria del legno che proviene dalla distruzione delle foreste naturali. Tra le proposte: riciclare, evitare l'uso di legno o derivati per prodotti usa e getta, chiedere la certificazione Forest Stewardship Conuncil.
E oggi a Roma si è tenuto un incontro con alcuni esponenti del governo dello Stato brasiliano, l'Amazonas. Uno Stato che per il 97% è coperto da foresta, abitato da quasi 3 milioni di abitanti in buona parte concentrati nella capitale Manaus. Su 157 milioni di ettari, 4,2 sono protetti, ma l'obiettivo non è più quello di svuotare i parchi naturali dalla presenza umana. "L'Amazzonia - spiega il suo governatore Edoardo Braga - non è uno spazio vuoto, è abitato da popolazioni che vivono dei prodotti della natura e che hanno protetto quest'area per generazioni". Non si parla solo di tribù indigene, ormai, ma di popoli della foresta "non indigeni", che all'inizio di ottobre si sono incontrati per la prima volta in un congresso nazionale in cui hanno stabilito le priorità della protezione: sono in primo luogo i seringueiros, gli estrattori di caucciù dagli alberi della gomma; i "coltivatori di alberi" per la produzione di legname certificato; i raccoglitori di piante medicinali e cosmetiche; le comunità che vivono di progetti di turismo ecosostenibile.
Per il prossimo 21 novembre Legambiente ha programmato la Festa dell'albero "per salvaguardare il patrimonio arboreo, perché piantare gli alberi, oltre a dare un contributo reale alla riduzione dell'effetto serra e alla difesa della vita sul pianeta, significa promuovere la partecipazione ai processi collettivi di cambiamento, rafforzare i diritti di espressione e di cittadinanza attiva di bambini e ragazzi, principi fondamentali per costruire un mondo di rispetto e di pace". L'iniziativa viene collegata alla giornata nazionale dell'infanzia (20 novembre), per sottolineare l'impegno sottoscritto dai paesi firmatari della Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza nei confronti dei bambini di tutto il mondo. [AT]