Botswana: ultime fasi del processo intentato dai Boscimani contro il Governo

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Il lungo processo intentato dai Boscimani contro il Governo del Botswana è giunto alle sue fasi finali. Davanti a un gruppo di Boscimani arrivato ad ascoltare il dibattimento conclusivo, Gordon Bennett, loro avvocato, ha dichiarato che i Boscimani hanno il diritto legalmente riconosciuto di occupare e utilizzare la loro terra. Bennett ha argomentato che i Boscimani Gana e Gwi "hanno un diritto di occupazione e uso delle loro terre che deriva loro dall'aver vissuto per lungo tempo nella CKGR" (Central Kalahari Game Reserve), e ha sottolineato che nessuna legislazione, né quella della precedente amministrazione coloniale inglese né quella del governo indipendente del Botswana, ha mai cancellato questo diritto - riporta Survival International. In Sud Africa e in Australia, dove si sono svolti processi simili, i giudici hanno decretato che laddove tali diritti non siano stati revocati da una legislazione vigente, allora essi sono da considerarsi ancora in vigore.

Bennett ha anche ricordato che i diritti dei Boscimani sulla loro terra sono garantiti dalla costituzione del Botswana. I Boscimani giunti in tribunale indossavano tutti un'identica maglietta con la scritta: "I love CKGR". Roy Sesana, loro leader, ha dichiarato: "Siamo felici che dopo un così lungo processo la corte possa finalmente ascoltare perché ci deve essere consentito ritornare a casa. Speriamo tutti che si giunga presto a un verdetto perché vogliano fare ritorno alla nostra terra". La conclusione del dibattimento è prevista per domani. Il pronunciamento dovrebbe giungere poco dopo.

Vittime delle espulsioni forzate che li costringevano ad abbandonare la propria terra nella riserva del Kalahari (Central Kalahari Game Reserve), 240 San, popolo indigeno del deserto del Kalahari, si sono rivolti nell'aprile 2002 alla Corte Suprema del Botswana - riporta l' Associazione per i popoli minacciati (APM). La loro espulsione dalla riserva aveva richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale. "Se il loro dislocamento fosse riconosciuto illegittimo, si tratterebbe di un'importante vittoria per tutti i popoli indigeni africani i cui diritti vengono violati più massicciamente di quanto non accada in altri continenti" - sottolinea l'APM.

Oltre 20 San firmatari della denuncia non hanno fatto in tempo a partecipare al processo, vittime dei dislocamento prima e della pessima assistenza nei campi di reinsediamento dopo. Roy Sesana, rappresentante dell'organizzazione di auto-aiuto "Indigeni del Kalahari" (First People of the Kalahari) spera di ottenere presto giustizia, prima che muoiano altri San. La sua organizzazione è stata insignita nel 2005 del Premio Nobel Alternativo per la sua lotta pacifica contro i dislocamenti forzati.

Le forze di sicurezza e le autorità intanto tentano di convincere gli indigeni a lasciare la propria terra tradizionale seminando il terrore. Minacce, arresti arbitrari, omicidi, tortura e altri soprusi dovrebbe convincere i San ad abbandonare la loro vita come cacciatori e raccoglitori nel Kalahari, dove vivono da 20.000 anni. Secondo le autorità, da un lato l'assistenza alle piccole comunità disperse risulta troppo costosa e complicata mentre dall'altro lato i San costituiscono una minaccia per la fauna della regione che negli anni '60 è stata dichiarata parco naturale. Le organizzazioni ambientaliste ribattono che negli ultimi anni non è cambiato il numero dei capi di selvaggina presente nel parco naturale, e temono che le autorità usino i San come pretesto per liberare la zona e avviare l'estrazione di diamanti nella riserva naturale.

La messa in fuga dei Boscimani da parte del governo è iniziata nel 1986. La maggior parte dei ca. 50.000 San vive già in campi di rilocamento al di fuori del parco naturale, dove hanno dovuto rinunciare alla loro vita tradizionale basata sulla caccia e la raccolta. Le guardie sorvegliano e impediscono ogni tentativo dei Boscimani di tornare "a casa". Nel tentativo di convincere anche gli ultimi San ad abbandonare la terra, il governo ha loro tagliato l'acqua nel 2002, e successivamente anche l'elettricità. [GB]

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