Arci: salvare i beni culturali e bollettino

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L'Arci chiede ai cittadini italiani di impegnare il Governo italiano per la protezione dei beni culturali e artistici in Irak, inviando una lettera, un fax, una e-mail, un telegramma all'attenzione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani, con il testo base: "chiediamo che il Governo italiano si impegni con la massima urgenza, in tutte le sedi internazionali, e a fianco dell'Unesco, per la tutela dei beni artistici e culturali dell'Irak" "La Mesopotamia - cioè, l'Irak di oggi - contiene una parte fondamentale del codice genetico della nostra civiltà. Tra le aree più esposte alla distruzione ci sono le antiche capitali, Seleucia e Ctesifonte, collocate a trenta chilometri da Baghdad, sulle rive del fiume Tigri. Sulla linea dell'avanzata delle forze anglo-americane si trova la grande piramide di mattoni crudi di Akarkuf, immaginata un tempo come la leggendaria Torre di Babele. Questi sono i siti in più evidente pericolo. - spiega l'Arci - Ma molti altri sono minacciati: oggi specialmente dai bombardamenti, domani dal prevedibile estendersi delle zone di combattimento. I musei, per esempio. E non solo quelli grandi e conosciuti. Anche i molti piccoli musei sparsi per il territorio. Lo stesso vale per i siti archeologici. Quelli appena aperti, senza tutela alcuna, sono in grande pericolo. Anche un recente articolo dell' International Herald Tribune mette in evidenza la fragilità del patrimonio archeologico iracheno, e la sua vulnerabilità. E' bastata una serie di cannonate per abbattere il magnifico ponte di Mostar. Ci siamo sentiti feriti nel profondo, guardando quelle immagini. Pensiamo a quello che potrebbe distruggere lo spaventoso aggregato militare presente in Irak. Per questo solleviamo un forte allarme" .

Bollettino telematico per dare notizia delle iniziative e informazioni contro la guerra.

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