Apertura BNL su oleodotto OCP in Ecuador

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La Banca Nazionale del Lavoro, sollecitata dalla Campagna contro l'oleodotto OCP che dovrebbe attraversare l'intero Ecuador, muove i primi passi verso l'adozione di standard socioambientali. Ad un anno dalla prima mobilitazione della Campagna contro l'OCP nei confronti della BNL, in occasione dell'assemblea azionisti scorsa, e dopo varie lettere di protesta ed azioni di sensibilizzazione dei cittadini anche di fronte alle filiali della banca, il presidente Abete ha accettato il dialogo con le organizzazioni no-profit ammettendo che l'OCP è un progetto critico. "La dichiarazione e gli impegni di Abete costituiscono sicuramente un risultato positivo - afferma Marco Scinto di Legambiente - perché, a partire dal caso OCP, si sta avviando un percorso di coinvolgimento di tutte le banche italiane. L'importante è che i tempi ed il modello di confronto siano definiti rapidamente". Al progetto OCP stanno lavorando un gruppo di imprese tra le quali la EnCana, la Repsol-YPF, la Pecom Energia, l'Occidental Petroleum, l'italiana Eni-Agip, la Techint e la Perenco con l'obiettivo di trasportare il greggio dell'Ecuador per i prossimi vent'anni. Il progetto, tagliando alcune aree protette, territori indigeni, centri abitati, vulcani attivi e zone ad alta sismicità non solo viola la Costituzione e le leggi ambientali dell'Ecuador ma non rispetta gli accordi internazionali in materia di difesa della biodiversità, le direttive della Banca Mondiale sulle valutazioni degli impatti ambientali e la consultazione delle popolazioni locali. Intanto in Ecuador è calata del 18% la popolarità del presidente Gutierrez che ha ricevuto dure critiche per la decisione di alzare il prezzo del combustibile fino al 39 per cento richiesto dal Fondo Monetario Internazionale. Tra gli aspetti positivi da sottolineare c'è il rapporto con le forze armate e con i media, l'apertura al dialogo con la popolazione e la libertà di espressione.
" Fonte: Legambiente, Peacelink, Attac Roma, Osservatorio Eni;

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