Anno Polare: gli scienziati includano le conoscenze indigene

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E' stato inaugurato ieri a Parigi con una cerimonia al Palais de la Decouverte sotto l'egida dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) e del Consiglio internazionale per la scienza (Icsu) l'Anno internazionale dei poli 2007-2008. Coinvolgerà più di 60 paesi e mobiliterà 220 progetti scientifici. Dimensione sociale e scientifica a fronte dell'impatto dell'emergenza climatica saranno i grandi temi che guideranno il lavoro di migliaia di scienziati, ricercatori e tecnici, a poche settimane dalla pubblicazione di un rapporto del gruppo intergovernativo di esperti sull'evoluzione del clima (Giec) che mostra come le aree dei poli sono "estremamente vulnerabili" all'innalzamento delle temperature registrate sul pianeta. Il segretario generale dell'Omm, Michel Jarraud, aprendo i lavori ha ricordato che le ricerche cercheranno di approfondire le conoscenze anche sulle società che vivono nelle regioni polari e il loro adattamento al cambiamento climatico.

E durante l'inaugurazione a Berlino l'Associazione per i popoli minacciati (APM) insieme a delegati del popolo Inuit della Groenlandia, ha messo in guardia proprio sulla grave minaccia per i popoli artici derivante dai cambiamenti climatici. "Da molti anni ormai i popoli indigeni delle regioni polari osservano le gravi conseguenze del cambio climatico. Scienziati provenienti da tutto il mondo, esperti indigeni e le loro comunità devono collaborare strettamente per comprendere a fondo i meccanismi del cambiamento climatico e trovare soluzioni adeguate per contrastarne le conseguenze: le popolazioni interessate devono essere ascoltate e le loro conoscenze devo essere tenute in debita considerazione" - riporta un comunicato di APM.

I popoli indigeni dell'Artico sono tra le popolazioni più colpite dal cambio climatico, nonostante non contribuiscano assolutamente ad alimentare tale fenomeno. "Invece di sostenere i circa 400.000 appartenenti a queste comunità nel limitare i disastri del cambio climatico, governi e multinazionali vedono solo i propri vantaggi che ne derivano" - denuncia APM A causa dello scioglimento dei ghiacci artici risorse fino ad oggi non sfruttabili possono essere estratte con maggiore facilità - con tutte le conseguenze negative per l'ambiente e per le persone che vivono in quelle aree. Mentre nell'Antartico l'estrazione di risorse naturali è severamente regolamentata se non addirittura proibita, per le popolazioni indigene dell'Artico mancano completamente gli standard legislativi a cui potersi appigliare nella lotta per la tutela del loro ambiente. "Anche per questo i popoli artici si trovano letteralmente sull'orlo del precipizio" - conclude APM.

Nella dichiarazione di Edimburgo nel corso della riunione annuale sul Trattato antartico le parti contraenti del trattato dichiarano di credere che la ricerca scientifica avviata durante l'Anno polare internazionale approfondirà la conoscenza dell'Antartico e consentirà una migliore comprensione dei principali meccanismi terrestri, oceanici e atmosferici che controllano il pianeta. La dichiarazione prosegue sottolineando l'importanza della ricerca nelle regioni polari per migliorare la comprensione dell'impatto del cambiamento climatico, e sollecita un numero maggiore di paesi a sottoscrivere il trattato antartico e il relativo protocollo ambientale.

Il trattato antartico, entrato in vigore nel 1961, è il risultato dei negoziati avviati durante l'Anno geofisico internazionale 1957-1958. Il trattato stabilisce che il territorio antartico debba essere utilizzato esclusivamente a scopi pacifici, garantisce costantemente la libertà di svolgere attività di ricerca, promuove la cooperazione scientifica internazionale favorendo lo scambio di progetti e personale di ricerca e impone che i risultati della ricerca siano resi disponibili gratuitamente. Attualmente è sottoscritto da 45 paesi.

Le due grandi aree polari sono dei settori chiave nel nostro pianeta e giocano un ruolo capitale negli scambi atmosferici e nella circolazione degli oceani: se sparissero il clima del pianeta cambierebbe drasticamente. [GB]

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