Aiutaci ad affrontare la crisi alimentare in Kenya

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L'epidemia di Covid 19 sta creando In Kenya un’emergenza sanitaria ed alimentare. Alla limitata disponibilità di acqua pulita si aggiunge la difficoltà di reperimento di saponi, disinfettanti e mascherine.

Inoltre  molte famiglie vivono di piccoli commerci e lavori a giornata che le restrizioni causate dall’epidemia di Covid-19 hanno diminuito drasticamente o bloccato del tutto.

Il Saint Martin CSA, L’Arche Kenya e Talitha Kum si stanno mobilitando per aiutare 230 famiglie che vivono situazioni di particolare necessità.
Fondazione Fontana Onlus è al loro fianco per trovare le risorse per alleviare gli effetti dell'emergenza sui più poveri e vulnerabili 

CONTRIBUISCI ANCHE TU!

Per donare:
– con bonifico: Banca Popolare Etica IBAN IT18S0501812101000011033263, intestato a Fondazione Fontana Onlus causale: TUKO PAMOJA – Emergenza Covid-19 in Kenya
– con Paypal cliccando a questo link: https://fondazionefontana.org/tuko-pamoja-emergenza-covid-19-kenya/

Per saperne di più

L’area di intervento del progetto presenta caratteristiche socio-economiche che la rendono già di per sé vulnerabile. L’86% dei nuclei famigliari ha un reddito mensile al di sotto dei 100 euro e solo il 5,9% guadagna più di 150 euro. La produzione agricola rappresenta il 60,3% delle fonti di reddito delle famiglie, e nel 57,5 % dei casi questo reddito viene realizzato in una sola occasione annuale. Il 43,56% dei nuclei famigliari non ha terreno di proprietà e il 47,8% possiede meno di 2,5 acri di terra. Il 36,6% dei residenti non ha servizi per lavarsi le mani e il 41,1% non ha servizi per lo smaltimento dei rifiuti. Questa situazione rende una grande parte della popolazione a rischio di povertà estrema in presenza di un qualsiasi evento inatteso come siccità o irregolarità delle precipitazioni. La diffusione del contagio del COVID 19 in Kenya, pur non avendo ufficialmente le caratteristiche numeriche dei paesi occidentali, sta minando molto rapidamente le basi di questa economia di sussistenza, in particolare per le aree semi-urbanizzate e le aree rurali circostanti. Le misure imposte dal governo per cercare di contenere l’epidemia hanno infatti drasticamente ridotto tutte le attività informali, sulle quali basava la propria sussistenza una larga fascia della popolazione. Si tratta della popolazione “hand to mouth” (dalla mano alla bocca) che ricava il necessario per mettere in tavola un pasto serale per la propria famiglia dal lavoro informale quotidiano, che può essere agricolo, domestico, di supporto alle attività delle aree urbane (trasporti, facchinaggio, piccoli commerci). L’interruzione di questa debolissima “catena del valore” provoca immediatamente una penuria di cibo, vista l’impossibilità di fare scorte dovuta all’economia di sussistenza. Le persone che lavoravano in questa economia informale erano anche fonte di sussistenza per le famiglie rimaste nelle aree rurali, grazie alle rimesse quotidiane. 

A questo si aggiunge la presenza di un sistema sanitario non accessibile per i suoi costi alla stragrande maggioranza della popolazione e di per sé stesso non in grado di sostenere una eventuale pandemia di dimensioni significative. Come si può immaginare la combinazione dell’impatto sanitario e socio economico promette di avere in questo contesto conseguenze drammatiche. Per questo motivo le tre organizzazioni locali (Saint Martin CSA, L’Arche Kenya e Talitha Kum Children House) che lavorano con l’approccio comunitario e hanno una ventennale storia di mobilitazione della comunità a servizio delle persone più vulnerabili hanno immediatamente costituito un gruppo di lavoro insieme a Fondazione Fontana Onlus per definire un piano di risposta alla minaccia imminente. Questo gruppo ha definito i criteri per identificare le situazioni di maggiore vulnerabilità, a partire dai nuclei famigliari già coinvolti nei relativi programmi, di cui si conosce perfettamente la situazione, grazie alla rete di più di 1000 volontari locali che li visitano regolarmente nell’ambito dei programmi di supporto alle persone vulnerabili. L’esito di questo primo “screening” ha portato alla luce una situazione di sostanziale mancanza di consapevolezza sui metodi di trasmissione della pandemia e sui sintomi relativi, oltre che rendere evidenti i primi effetti del blocco delle attività prima citati.

Il progetto 

A seguito di queste evidenze le tre organizzazioni hanno stilato un piano che ha come obiettivo generale:

  • Rafforzare la resilienza delle persone povere e vulnerabili alla pandemia di COVID-19 e al suo impatto sociale ed economico nell’area target 

e come obiettivi specifici

  • (Aiuto alimentare): Salvaguardare le famiglie povere e vulnerabili dall’insicurezza alimentare correlata a COVID-19
  • (Sostegno Sanitario): promuovere l’accesso all’assistenza sanitaria per le famiglie target colpite dalla pandemia di COVID-19
  • (Prevenzione sanitaria): ridurre l’incidenza delle trasmissioni comunitaria del COVID-19 nell’area target
  • (Sostegno all’Istruzione e sostegno psicosociale): sostenere i bambini delle famiglie target per far fronte agli effetti del COVID-19
  • (Mobilitazione sociale): sensibilizzazione sul COVID 19

Grazie alle attività descritte nel progetto allegato e alle modalità descritte nel quadro logico il progetto si propone di raggiungere i seguenti risultati attesi:

Aiuto alimentare

  • 230 nuclei famigliari saranno sostenuti con aiuti alimentari.
  • 100 nuclei famigliari che vivono di agricoltura saranno sostenuti con la fornitura di servizi e fattori di produzione agricoli 
  • 50 nuclei famigliari che vivono di piccole imprese di sostentamento saranno supportate con capitale 

Sostegno Sanitario

  • 30 persone con malattie croniche o terminali saranno supportate con l’acquisto di farmaci essenziali
  • 100 nuclei famigliari saranno supportati con il pagamento mensile dell’assicurazione sanitaria 

Prevenzione sanitaria

  • 50 persone al giorno potranno accedere ai 20 punti nel territorio forniti di attrezzature pubbliche per il lavaggio delle mani 
  • 200 ragazze che frequentano la scuola riceveranno assorbenti igienici 
  • 300 gruppi di persone ad alto rischio e nuclei famigliari in stato di bisogno riceveranno sapone e igienizzanti 
  • 1000 persone riceveranno mascherine protettive che verranno distribuite a gruppi di persone ad alto rischio e nuclei famigliari in stato di bisogno 
  • 30 enti e istituzioni (prigioni, centri per l’infanzia, comunità de L’Arche Kenya e di Talitha Kum) riceveranno materie prime per la produzione di sapone liquido. 
  • 20 persone dello staff di progetto impiegati in prima linea riceveranno i dispositivi di protezione essenziali. 

Istruzione e sostegno psicosociale

  • 50 bambini e bambine delle scuole primarie e secondarie saranno sostenuti con il pagamento delle tasse scolastiche, uniformi e materiale scolastico.

Sensibilizzazione sul CODIV-19

  • 10.000 persone dell’area target riceveranno informazioni corrette sul COVID-19 attraverso la radio.

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