Piroga. La rivista senza Sud

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E' la rivista edita dal CISP in collaborazione con COOPI e VIS.
Sull' ultimo numero uscito si trova un interessante dossier dedicato all'acqua, da diversi punti di vista.
Il dossier raccoglie i contributi di diversi autori, analizzando i rischi etici e ambientali della privatizzazione dell'acqua e raccontando la paradossale situazione attuale nel mondo di forte disparità nell'accesso al bene e nel suo costo per i cittadini, a seconda di dove si trovano a vivere.

Apparsa sulle terra 3,5 miliardi di anni fa, l' acqua ha presieduto alla creazione dell'universo e resta indispensabile per la vitalità di ogni organismo vivente. Per i Dogon del Mali lo spirito dai poteri misteriosi e straordinari abita proprio nell'acqua, che oggi vale meno degli inutili diamanti e si mercifica con le stesse regole di mercato, dissipandola e rendendone l'accesso un lusso e non un diritto.

A Roma il costo di un metro cubo di acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa è di circa 0,11 euro per la fascia di consumo agevolata e di 2,30 euro per la massima eccedenza. E' applicata una tariffa a blocchi, la prima fascia di consumo costa poco e con l'aumentare dell'uso aumenta anche il prezzo. E' un sistema equo.
Contemporaneamente in molti villaggi della Somalia un metro cubo di acqua trasportata con carretti e di dubbia provenienza costa circa 8 euro, prezzo fisso. Simile situazione tra i profughi eritrei che ritornano in patria e stazionano nei campi profughi lungo il confine con il Sudan.
Ingiustizia è anche una folle corsa verso la distruzione delle risorse, sfruttate oltre i limiti ecologici per il profitto di pochi.

Tenendo conto delle proiezioni demografiche e della domanda, si ha un quadro mondiale con una evidente progressiva ristrettezza del bene.
L'urbanizzazione crescente rappresenterà un fattore di rarefazione e di inquinamento delle acque, l'area del mondo dove la situazione dell'acqua è gravissima resta l'Africa. E' solo il 62% qui il tasso di copertura in approvviggionamento del 2000.
La situazione peggiore tocca le campagne: niente pozzi o installazioni idriche, niente fonti né cisterne per raccogliere l'acqua piovana.

Si tratta di assicurare a miliardi di persone la possibilità di accedere in condizioni ecologiche ad una risorsa preziosa.
Oggi, gli abitanti di Algeri, la per altro modernissima capitale dell' ex colonia francese del Maghreb, aspettano nel cuore della notte il ritorno dell'acqua. Quando questa torna raccoglierne subito una riserva significa la qualità della vita per molte ore a venire.
Intanto la privatizzazione corre sul filo della irresponsabilità dei mercati: in Costa d'Avorio, Sudafrica, Guinea, Mali, Senegal, Guinea - Bissau, Gabon, Repubblica del Congo così come spesso in Asia e nel Sud-America la privatizzazione è già quasi totale o in forte affermazione, nonstante le forti mobilitazioni popolari e delle associazioni internazionali.

Così assume un rilievo etico e contrattuale enorme il "Contratto Mondiale per l'Acqua" che per i suoi organizzatori e animatori (associazioni, ong, centri di ricerca in giro per tutto il mondo) deve portare avanti la consapevolezza ricordata dall' ex Direttore Generale dell'Unesco Federico Mayor: "Questa riserva rara, essenziale per la vita, deve essere considerata come un tesoro naturale che fa parte dell'eredità comune dell'umanità" ("Water and civilization", atti del primo forum sull'acqua, Elsevier Scienze, Oxford).

In Africa oggi sei persone su dieci non hanno accesso ad acqua pulita in sicurezza; la disponibilità di acqua va in parallelo con lo sviluppo dei bambini: le madri non più costrette a lunghi viaggi per cercarla potranno accudire i piccoli e educarli, garantirne l'accesso in modo libero significa anche combattere le malattie debilitanti, che per molti paesi comportano sofferenze umane e perdite economiche enormi, che minano la capacità di futuro della società e dell'economia.

Acqua: metafora della vita, trasparente flusso di possibili variazioni.[MDT]

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