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Mahsa Amini: la morte, il velo, la protesta
Pena di morte
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Foto: Raamin ka da Unsplash.com
La morte di Mahsa Amini, la ragazza arrestata a Teheran dalla polizia morale perché non portava il velo in modo ‘appropriato’ e morta dopo tre giorni in ospedale a causa dei maltrattamenti subìti, sta scuotendo l’Iran. Mahsa Amini, 22 anni, era originaria del Kurdistan iraniano e si trovava nella capitale con il fratello quando è stata arrestata dalla polizia. Il suo omicidio ha provocato una forte ondata di mobilitazioni in tutto il Paese. In molti casi la protesta è stata repressa dalle forze di polizia, che ha anche sparato sulla folla. Ad oggi sono almeno nove i morti tra i manifestanti e decine di feriti. Per capire cosa sta accadendo e quali sono i risvolti che questa nuova ondata di proteste potrebbe portare, abbiamo rivolto alcune domande a Marina Forti, giornalista e scrittrice e profonda conoscitrice dell’Iran.
Cosa sta succedendo in Iran e quali sono le caratteristiche di questa maxi protesta?
È in corso un’enorme mobilitazione in tantissime città. Come in molti altri casi avvenuti in Iran dopo le proteste dell’onda verde che, nel 2009, chiedevano le dimissioni di Mahmoud Ahmadinejad, si tratta di una mobilitazione spontanea. L’Iran è stato scosso da altri moti di protesta nel 2019 e nel 2021. In quei casi la causa scatenante era stato il rialzo del prezzo della benzina o la crisi idrica dovuta alla siccità e a una pessima gestione dell’acqua in molte aree del Paese.
Questa è forse la prima volta che una protesta di questa dimensioni riguarda la polizia morale e l’hijab. È una mobilitazione interessante anche perché sta coinvolgendo in primis le donne, ma sono molti anche gli uomini che hanno aderito. Si tratta poi di una protesta che coinvolge in primo luogo le nuove generazioni, ma non solo. Lo slogan che molti recitano è “Giustizia, libertà, hijab volontario”.
Cosa sta provocando questa protesta in Iran?
La brutalità è stata tale che il capo polizia morale è stato sospeso e ci sarà un’indagine interna. Il fatto ha provocato talmente tanto scalpore che anche molti deputati, non solo riformisti e dell’opposizione, lo hanno condannato. In generale quello che è successo ha fatto molta impressione a tutti i livelli...