Ong: l'UE non dimentichi le violazioni e i prigionieri curdi in Turchia

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In occasione della consegna a Strasburgo del premio Sacharov all'attivista per i diritti umani kurda Leyla Zana, l'Associazione per i popoli minacciati (APM) ha voluto ricordare il destino dei circa 3.500 prigionieri politici kurdi in Turchia e ha chiesto la loro immediata liberazione. Dopo dieci anni di carcere, Leyla Zana è stata scarceratalo scorso giugno. "Leyla Zana costituisce un esempio per i molti verdetti repressivi che la giustizia turca ha emesso contro Kurdi e alcuni esponenti della minoranza assiro-cristiana" - scrive Associazione APM. Tuttora le persone condannate ingiustamente e i loro parenti non riescono a ottenere veramente giustizia.

In una lettera al primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, l'APM sottolinea l'assurdità del fatto che "non ci sia nessun tipo di indagine per i crimini commessi dall'esercito turco contro la popolazione civile kurda, per la distruzione di 3.400 villaggi kurdi e la messa in fuga di circa 2,4 milioni di Kurdi. Indipendentemente dalla posizione occupata durante il conflitto, bisogna perseguire e giudicare correttamente tutti coloro che si sono macchiati di gravi crimini di guerra".

Negli scorsi anni l'APM si era impegnata con diverse campagne per i diritti umani per la liberazione di Leyla Zana. Nel 1994 l'attivista per i diritti umani kurda era stata condannata da un tribunale turco a 15 anni di carcere perché aveva pronunciato il giuramento da parlamentare al parlamento turco in lingua kurda, si è sempre battuta con coraggio per i diritti dei Kurdi e aveva denunciato anche nei mezzi d'informazione internazionali i gravi crimini contro l'umanità commessi dall'esercito turco nell'Anatolia meridionale. Nel 1995 era stata insignita del premio Sacharov del Parlamento Europeo per la libertà di pensiero. Oggi, dopo nove anni, Leyla Zana ha potuto finalmente ritirare il premio.

E sulla questione dei diritti umani nel Paese medio-orientale è intervenuto nei giorni scorsi anche Human Right Watch (HRW) che ha presentato all'Unione europea un rapporto sulla Turchia. Nel Rapporto segnala varie aree critiche tra cui la libertà di stampa e di religione, il rispetto delle minoranze, i casi di tortura e il ritorno dei kurdi sfollati durante gli anni '90. Con una precedente informativa, già nel giugno scorso HRW aveva segnalato all'Unione europea diverse "questioni aperte" sulla situazione dei diritti umani in Turchia. [GB]

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