Oleodotto BTP: diritti umani calpestati

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Amnesty International denuncia l'accordo tra la Britsh Petroleum e la Turchia per la costruzione dell'oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan. Secondo Amnesty International l'accordo mette a rischio i diritti umani di migliaia di persone oltre a rappresentare una grave minaccia per l'ambiente a causa della sismicità dell'area interessata.

L'oleodotto, da tempo oggetto di critiche sfociate in una campagna internazionale per bloccarne la costruzione, collegherà il Mar Caspio al Mediterraneo e porterà petrolio e gas per 1740 Km attraversando Azerbaigian, Georgia e Turchia. Il costo totale del progetto si aggira sui 4 miliardi di euro. Il consorzio ideatore del progetto ha come capofila la Bp ma comprende altre multinazionali quali la norvegese Statoil, la Unolocal (Usa) la Toal Fina Elf (Francia), la Conoco Philips (Usa) e per una quota del 5% l'ENI.

L'accordo siglato nei giorni scorsi dalla Bp con il governo turco prevede un impegno da parte della Turchia a pagare ingenti rimborsi al Consorzio di aziende che investirebbero sul progetto nel caso in cui la costruzione dell'oleodotto o la sua operatività venissero "disturbate".

Secondo Amnesty l'accordo potrebbe creare gravi conseguenze per il rispetto dei diritti umani. Si prospettano risarcimenti irrisori per le 30.000 persone che saranno costrette a cedere i diritti sulla terra dove passerà l'oleodotto, inadeguate applicazioni delle norme a tutela della salute e della sicurezza per i lavoratori nonché limitata libertà di espressione nei confronti di chi volesse protestare contro le modalità di realizzazione dell'opera.

Sul fronte nazionale, Amnesty International Italia dichiara che non è "accettabile che un'azienda come ENI, che afferma nei suoi documenti di impegnarsi a sostenere e rispettare i principi della Dichiarazione Universale dei diritti umani, partecipi ad un contratto che espropria un governo della sua responsabilità di garantire il pieno rispetto dei diritti umani".

Intanto rappresentanti di ONG georgiane ed azere hanno consegnato al Governo italiano un rapporto molto critico sulla fattibilità finanziaria dell'oleodotto BTC. Il rapporto, redatto da Mark Mansley della Claros Consulting, una delle società di consulenza più autorevoli del Regno Unito, pone dei forti dubbi sulla fattibilità dal punto di vista finanziario del progetto. In particolar modo sono considerati a forte rischio gli investimenti della Turchia, dal momento che nel rapporto si stima che le entrate per questo paese saranno pari solo alla metà di quelle previste.

Fonti:- Amnesty International Italia, La Nuova ecologia, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale;

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