Milei e la guerra ai femminismi

Stampa

Foto: Unsplash.com

Di Andrea Cegna

Una nuova, multitudinaria, mobilitazione ha preso le strade dell'Argentina per opporsi alle parole (e i fatti) di Milei. Il presidente ha nuovamente usato lo scenario di Davos per attaccare i movimenti femministi, se nel 2024 disse che i femminismi sono suoi nemici perché rappresentano la “giustizia sociale” quest'anno ha detto  che il femminicido “legalizza in effetti che la vita di una donna vale più di quella di un uomo” e per questo va cancellato il reato dal codice penale. Nel paese di Maradona e Messi una donna viene uccisa ogni 29 ore, la violenza e discriminazione di genere sono un male strisciante che piano piano, grazie ai movimenti sociali, si è cercato di mettere in discussione e cambiare con il tempo che un cambio culturale necessità.

Milei ha rotto questo percorso perché sa che la sua base elettorale è fatta in buona parte di uomini “impauriti” dalla forza del femminismo, uomini che temono di perdere i propri privilegi, uomini incapaci di cogliere “che per ogni donna che avanza non c'è uomo che retroceda”. I retaggi culturali del patriarcato sono violenti e in Argentina votano Milei, Milei che lo sa e fa la guerra ai femminismi. 

Una guerra che però non sta fiaccando il movimento sociale che più di altri sta tenendo alta la faccia dell'opposizione socio/politica, il movimento che riesce a unirne altri, il movimento che riesce a mostrare una faccia diversa del paese. Ma Milei, a Davos, aveva detto e fatto di più Milei aveva collegato l'omosessualità alla pedofilia e quindi detto che nel mondo c'è “il cancro dell'ideologia woke”.  Sabato 1 febbraio movimenti femministi e LGBTIQ+ hanno preso le strade dell'Argentina, da Buenos Aires a Ushuaia, e poi a Cordoba, Rosario e in ogni capoluogo di provincia. Era dall'Aprile 2024 che non si vedevano numeri similari mobilitarsi contro Milei, e questa volta, come lo scorso aprile, argentine e argentini di tutto il mondo si sono mobilitati ugualmente. 

“La risposta alla violenza economica, alla persecuzione politica e alla repressione sessuale del governo di Javier Milei ha i colori della nostra comunità. Insieme e in alleanza in tutto il Paese, articolando tutte le nostre differenze. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Spargete la voce, organizzatevi, partecipate”, è stato il messaggio lanciato dell'Assemblea antifascista LGBTIQ+ per chiamare alla grande giornata di lotta. Il centro di Buenos Aires è stato paralizzato dalla grande partecipazione popolare, ai movimenti femministi, antifascisti e LGBTIQ+ si sono aggiunti sindacati, reti di lavoratori e lavoratrici e una parte dei movimenti studenteschi. Buenos Aires è stata la più grossa piazza tra le 130 città che hanno visto la mobilitazione farsi forte. “La marcia è stata massiccia. È l'espressione di una società che non rinuncia alla diversità e all'uguaglianza. La società unita ha detto basta all'odio, alla discriminazione e alla violenza del governo di Javier Milei”, ha dichiarato María Rachid, presidente della Federazione argentina di lesbiche, gay, bisessuali e trans (FALGBT), al termine della marcia.

Movimenti sociali parlano di oltre 1 milione e mezzo di persone mobilitate, 500mila solo a Buenos Aireas. Se i partiti d'opposizione non riescono a fermare Milei i femminismi, nuovamente, sono stati l'elemento di unione di chi non accetta il discorso d'odio che Milei alimenta e le politiche di devastazione della società argentina dove affittare una casa o compare i beni di prima necessità e giorno dopo giorno più difficile. 

Ultime su questo tema

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

2 ottobre 2025: Sosteniamo l’umanità

02 Ottobre 2025
Giornata internazionale della Nonviolenza: "Sta per andare a fondo. Bisogna salvarla. L’umanità è in pericolo. La nonviolenza può essere l’appiglio cui aggrapparsi: sosteniamo l’uman...

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

Le lotta delle comunità amazzoniche del Perù

30 Settembre 2025
La lotta delle comunità indigene e contadine del Conaccunay per proteggere l’Amazzonia peruviana dura da oltre vent’anni. (Monica Pelliccia)

Il Punto - ll Mondo di queste ultime settimane ci appare spaventoso

26 Settembre 2025
Il delirio di Trump al palazzo di vetro è il vero elemento essenziale della settimana di Risiko mondiale. (Raffaele Crocco)

Video

Diritti Umani