Migranti: via al Cpt di Bari, marcia per i migranti

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Il Prefetto di Bari ha comunicato al Sindaco della città che tra meno di una settimana aprirà il centro di permanenza temporanea di Bari S. Paolo. La notizia arriva dopo la rinuncia da parte della Croce Rossa Italiana locale, smentita dalla dirigenza nazionale dell'ente ma accettata invece dal Prefetto. L'affido della gestione del Cpt è andato alla Confraternita della Misericordia. Con un rapporto, Amnesty International esprime preoccupazioni su come vengono detenuti i cittadini stranieri in Italia. "I centri - si legge nel rapporto - sono spesso troppo affollati, antigienici e carenti nell'assistenza medica. Molti detenuti hanno grandi difficolta' ad accedere alle procedure d'asilo e a contestare la legalità degli ordini di espulsione e di detenzione". Sabato 3 dicembre a Roma è prevista la manifestazione per i diritti dei migranti promossa dalla Rete Migranti. Oggi a Ragusa un folto cartello di realtà locali ha promosso una marcia in ricordo della recente tragedia che ha visto coinvolta l'ennesima carretta del mare stracarica di bambini, donne e uomini.

Il Prefetto di Bari ha comunicato al Sindaco della città che tra meno di una settimana aprirà il centro di permanenza temporanea di Bari S. Paolo. La notizia arriva dopo la rinuncia da parte della Croce Rossa Italiana locale, smentita dalla dirigenza nazionale dell'ente ma accettata invece dal Prefetto. L'affido della gestione del Cpt è andato alla Confraternita della Misericordia, che in base alle dichiarazioni della prefettura risulterebbe al secondo posto - ed ora al primo - nella graduatoria d'appalto. Tuttavia, non solo resta oscuro il contenuto della graduatoria, ma anche se essa sia stata la conseguenza di una gara d'appalto, di una lecitazione privata o di altre modalità di affido all'ente gestore.

Secondo la redazione di Meltingpot, la decisione di accelerare l'apertura dei Cpt di Gradisca e Bari può essere non tanto un attacco alle istituzioni locali di centro sinistra che si oppongono ai cpt - come spiega il Sindaco di Bari in un'intervista al quotidiano il Manifesto - quanto piuttosto il tentativo di far esplodere la crisi interna al centro sinistra rispetto alla posizione sulla detenzione amministrativa. Il CPT di Bari S. Paolo, che sorge in aperta campagna con una struttura tra le più grandi di Italia e fortificata lungo tutto il perimetro da un muro in cemento armato alto 5-6 metri, si somma a tre centri detentivi per migranti già attivi in Puglia (4 fino a poco fa): la roulottopoli per richiedenti asilo di Bari Palese, il cpt polifunzionale di Borgo Mezzanone a Foggia e il cpt di Restinco a Brindisi.

La sezione italiana di Amnesty International ricorda le proprie preoccupazioni espresse in un rapporto relative alla situazione dei diritti umani nei centri in cui in Italia vengono detenuti cittadini stranieri: denunce di cittadini stranieri detenuti nei centri, dichiaratisi vittime di maltrattamenti da parte di agenti di pubblica sicurezza e del personale di vigilanza e di altri abusi, tra cui l'uso eccessivo di tranquillanti. I centri - si legge nel rapporto - sono spesso troppo affollati, antigienici e carenti nell'assistenza medica. Molti detenuti hanno grandi difficolta' ad accedere alle procedure d'asilo e a contestare la legalita' degli ordini di espulsione e di detenzione. Inoltre, Amnesty International deplora l'uso generalizzato della detenzione nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo e ribadisce che questi, in base agli standard internazionali sui diritti umani, non dovrebbero mai essere detenuti per il solo fatto di aver chiesto asilo.

Per sabato 3 dicembre a Roma è prevista la manifestazione per i diritti dei migranti promossa dalla Rete Migranti. Nell'appello di convocazione si sottolinea proprio la violazione quotidiana nei centri di permanenza temporanea. "Il diritto speciale dei migranti, la detenzione amministrativa, sono l'espressione massima di quello "stato di eccezione" che sta minando la democrazia". Secondo gli organizzatori sui migranti si sta sperimentando la costruzione di una società dell'esclusione in cui si intrecciano precarietà del lavoro e della vita, autoritarismo e repressione. " La legge Bossi-Fini, che subordina il rinnovo dei permessi di soggiorno a un contratto di lavoro ha reso ancora più evidente quello che era chiaro già da tempo: i migranti non sono considerati persone, soggetti che vogliono affermare i propri diritti sociali e politici, ma mera forza lavoro, da usare, costringere nei centri di detenzione o espellere a seconda delle esigenze del mercato e di un modello economico e sociale sempre più iniquo. L'intreccio con la legge 30 sul mercato del lavoro non ha fatto altro che aumentare drammaticamente questa precarietà".

Sono proprio le mobilitazioni dei migranti contro la legge Bossi Fini, le iniziative delle realtà sociali e sindacali che hanno costruito vertenze contro la precarietà e le esperienze istituzionali partecipative che hanno contribuito in maniera decisiva ad affermare la necessità di un cambiamento radicale delle scelte politiche e legislative. Una piattaforma che propone la netta opposizione alla legge Bossi-Fini, a qualsiasi ipotesi di ritorno della Turco Napolitano, al legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, ai Cpt e alle espulsioni e deportazioni di massa, la rivendicazione della libertà di muoversi e di restare per i migranti. Giovedì 1 dicembre a Ragusa un folto cartello di realtà locali ha promosso una marcia in ricordo della recente tragedia che ha visto coinvolta l'ennesima carretta del mare stracarica di bambini, donne e uomini. Il 17 novembre sulla costa ragusana tra Pozzallo e Sampieri un barcone con oltre 200 persone è naufragato per le pessime condizioni atmosferiche con almeno 25 vittime. "E' grave che anche questo nuovo eccidio abbia avuto una scarsa risonanza nella stampa e nei media nazionali. Lo stesso dicasi per i vertici della Chiesa italiana che sembra mantenere un inspiegabile silenzio su fatti così gravi". A conclusione della marcia di domani deporranno un mazzo di fiori per ricordare dei fratelli che così tragicamente hanno perso la vita sotto i nostri occhi. [AT]

Altre fonti: Rete per i migranti, Meltingpot

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