Memoria: ricordare Auschwitz senza dimenticare l'attualità

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Il 60mo anniversario della liberazione di Auschwitz dovrebbe costituire un'occasione per commemorare gli oltre un milione di Ebrei, ma anche Rom e Slavi che vi sono stati assassinati dai nazisti. "Oggi i circoli di destra si attivano senza vergogna contro migranti provenienti da paesi islamici, istigano contro Sinti e Rom, che il nazismo pure avrebbe voluto sterminare, e la destra italiana sembra aver dimenticato i propri genocidi in Libia, Eritrea e Etiopia" - sottolinea una nota dell'Associazione dei Popoli Minacciati (APM). L'Associazione, con sede a Bolzano, ricorda inoltre che "l' Alto Adige fa fatica a riconoscere a pieno la propria storia" dove gli Ebrei di Merano furono consegnati alle SS dai nazisti sudtirolesi".

"Dopo l'occupazione dell'Italia da parte della Wehrmacht ebbe inizio una stretta collaborazione tra SS e forze di sicurezza fasciste (anche questa una realtà storica rimossa con sorprendente facilità) e la deportazione degli Ebrei italiani - riporta la nota dell'APM. A Merano i vicini saccheggiarono gli appartamenti dei cittadini ebrei, le loro proprietà vennero "arianizzate". Fino ad oggi i superstiti della Shoah meranese non hanno ricevuto nessun tipo di risarcimento, né dallo stato italiano, né dalla provincia autonoma dell'Alto Adige. A Bolzano i nazisti istituirono nell'attuale via Resia un cosiddetto campo di transito, nel quale oltre 11.000 prigionieri attendevano la loro deportazione in un campo di concentramento. Ci furono esecuzioni e torture, anche da parte del personale sudtirolese. Campi satellite furono istituiti a Vipiteno, Merano, Campo Tures, Colle Isarco, Bressanone, Sarentino, Moso in Passiria e a Certosa in Val Senales. Le brutalità commesse in questi campi impegnano tuttora la giurisdizione. Mentre in Austria e Germania rappresentanti politici di spicco si sono pubblicamente scusati per il genocidio commesso dai nazisti contro gli Ebrei, in Sudtirolo la questione è ancora aperta. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha paragonato il destino sudtirolese sotto il fascismo alla Shoah, ma sarebbero più appropriate alla storia delle parole di rincrescimento".

Anche Indymedia evidenzia che nella Giornata della Memoria "si dimentica regolarmente di ricordare tra le vittime del nazismo i Rom, gli oppositori politici, gli omosessuali, i disabili e i malati mentali (o definiti tali). Il sito ricorda inoltre che quest'anno, la Giornata della Memoria avrà un sapore particolare: mentre le istituzioni - tutte, da destra a sinistra - parteciperanno "commosse" al ricordo di questo nefasto evento storico, al Senato si discuterà della proposta di legge per trasformare i repubblichini di Salò in "militari belligeranti".

Nei giorni scorsi, infatti, la Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama ha dato via libera al ddl 2244, che riconosce la qualifica di "combattenti belligeranti" a "soldati, sottufficiali e ufficiali che prestarono servizio nella Repubblica sociale italiana (RSI)" equiparandoli ai militari degli altri eserciti in conflitto. "Il ddl, firmato da quasi tutti i senatori di Alleanza Nazionale ma anche da un moderato come Renzo Gubert (Udc trentino), formalmente esclude nuove spese a carico dello stato, ma poiché impone ai distretti militari l'annotazione della qualifica di "combattente belligerante" è prevedibile che (ri)aprirà il contenzioso sulle pensioni di guerra" - riporta il manifesto. "E' un autentico schiaffo a chi ha fatto la Resistenza e combattuto per la Liberazione dal nazifascismo" - ha denunciato il senatore Luigi Marino (Pdci). Marino sottolinea che "il Senato non ha avuto la stessa fretta per il provvedimento per la celebrazione dei 60 anni della Resistenza né per la legge in favore degli italiani deportati nei lager nazisti". Il senatore Oreste Tofani di An ha risposto che il suo gruppo è disponibile a discutere anche di queste misure. [GB]

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