MSF: l'inferno degli immigrati stagionali in Sud Italia

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"Una stagione all'inferno" è il titolo del rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) sulle condizioni di salute, vita e lavoro degli stranieri impiegati in agricoltura nelle regioni del Sud Italia. Da luglio a novembre 2007 un'equipe mobile di MSF ha visitato e intervistato oltre 600 stranieri impiegati come lavoratori stagionali in agricoltura nelle regioni del Sud Italia. I risultati dell'inchiesta sono allarmanti: gli stranieri si ammalano a causa delle durissime condizioni di vita e lavoro cui sono costretti.

Già nel 2004 Msf aveva visitato le campagne del Sud Italia per portare assistenza sanitaria agli stranieri impiegati come stagionali e per indagare questa scomoda realtà, denunciando le vergognose condizioni di vita e il preoccupante stato di salute in cui gli stranieri versavano. Condizioni di schiavitù raccontate anche dal giornalista Fabrizio Gatti per l'Espresso nel settembre del 2006. Nonostante le reiterate promesse da parte di autorità locali e nazionali, a distanza di tre anni Msf ha potuto constatare che nulla è cambiato.

Per Alessandra Oglino, curatrice del rapporto (che s'intitola "Una stagione all'inferno" in .pdf),i motivi dell'immobilità sono figli "di una situazione d'ipocrisia generalizzata. Tutti sanno che queste persone sono lì, e sono lì per raccogliere la frutta e la verdura che sostiene le economie locali di tante regioni d'Italia. È chiaro che fa comodo a tutti avere questa forza lavoro a basso costo, una forza lavoro facilmente ricattabile che conviene mantenere in questa situazione di esclusione, perché altrimenti bisognerebbe scoperchiare questo vaso di Pandora che è un nervo scoperto del fenomeno immigrazione in Italia".

Gli stranieri impiegati come stagionali sono in maggioranza uomini giovani provenienti da paesi dell'Africa sub-sahariana, del Maghreb o dell' Est Europa. Il 90% degli intervistati non aveva alcun contratto di lavoro. Le condizioni di vita sono drammatiche: il 65% degli immigrati intervistati vive in strutture abbandonate, il 62% degli intervistati non dispone di servizi igienici nel luogo in cui vive, il 64% non ha accesso all'acqua corrente e deve percorrere distanze considerevoli per raggiungere il punto d'acqua più vicino. Nel 92% dei casi gli alloggi sono sprovvisti di riscaldamento. Il reddito che riescono a portare a casa s'aggira sui 240-250 euro al mese.

Queste condizioni di vita e di lavoro si riflettono sullo stato di salute degli stranieri. "Le patologie riscontrate sono principalmente osteomuscolari, a queste si aggiungono malattie dermatologiche, respiratorie e gastroenteriche. Tutte chiaramente legate non solo alle dure condizioni di lavoro, ma anche alle situazioni igienico sanitarie in cui vivono e allo scarso accesso alle cure di primo livello" - afferma la dottoressa Francesca Faraglia, coordinatore medico dei progetti italiani di Msf. La maggioranza dei pazienti ha riferito di essere giunto in Italia in buone condizioni di salute, tuttavia al momento della visita di Msf al 72% dei pazienti è stato formulato almeno un sospetto diagnostico, di cui il 73% è risultato una malattia cronica.

Alessandra Oglino lancia attraverso Nimedia un appello per un immediato intervento nella piana di Gioia Tauro, dove si sta chiudendo in questi giorni la raccolta degli agrumi e dove migliaia di stranieri vivono "in situazioni drammatiche, assolutamente spaventose".

Fonte:
- Medici Senza Frontiere
- Nigrizia
- NiMedia

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