La fortuna di aver avuto un Gino Strada

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Mi viene da dire: non dobbiamo essere tristi.

 Pensiamo a tutto quello che ci ha lasciato. Pensiamo alla fortuna che abbiamo avuto nel conoscerlo, frequentarlo o solo ascoltarlo, leggerlo. Sarebbe un mondo diverso se non ci fosse stato Gino Strada. Vi sembra esagerato? No, non lo è.

 Sarebbe un mondo diverso perché parte di quel che sappiamo della Pace, oggi, lo dobbiamo anche a lui.

 Dobbiamo a lui l’aver capito che la Pace si costruisce con cose concrete, ad esempio guarendo le persone, curandole, garantendo loro il diritto alla salute. Quel che sappiamo sul rapporto stretto fra diritti e guerra, con un rapporto di causa – effetto immediato e letale, lo dobbiamo anche a lui, che quell’effetto lo ha sperimentato sul campo, lo ha annusato per anni, quotidianamente, salvando vite, regalando futuro e speranze dove erano scomparse. Quel che abbiamo imparato sull’importanza del rispetto delle altre culture, dei mondi differenti dal nostro, delle persone diverse da noi, lo dobbiamo anche e ancora a lui.

 Ci ha cambiati, Gino Strada. Ci ha cambiati fondando Emergency a dispetto di tutto e creando entusiasmo e partecipazione – vera e trasversale – attorno all’idea di poter fare concretamente qualcosa per gli altri. E non si trattava solo – e non sarebbe poco - di salvare vite, ma di creare cultura della pace e della giustizia, empatia e fratellanza. Ci ha cambiato con i suoi libri, raccontando la sua esperienza di essere umano, di militante, di medico. Ci ha cambiato con l’esempio, con il suo modo di creare alternative all’orrore.

 Vedete quanto resta di Gino Strada. Tutto questo, tutto quello che ci resta di lui, ce lo abbiamo davanti e dentro. Possiamo, ostinatamente e meravigliosamente, continuare a fare ciò che lui ha fatto. Ognuno a modo proprio. Ognuno con gli strumenti che ha. Ognuno con la voglia, il tempo, la passione, l’amore che riesce a mettere in campo. Ma possiamo farlo.

 E allora, cancelliamo le lacrime e pensiamo alla fortuna di avere avuto fra noi, per questo tempo, un uomo che si chiamava Gino Strada.

Raffaele Crocco

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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