Italia: sciopero della fame di rifugiati Kurdi per il diritto all'asilo

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32 cittadini kurdi, sono in sciopero della fame da alcuni giorni dopo essersi visti negare il diritto all'asilo a seguito di una valutazione della commissione competente in nome del "mutato contesto" turco nella direzione di più sicurezza per la minoranza kurda in Turchia. Affermazione, tra l'altro, già smentita da recenti episodi di maltrattamenti e torture subiti da kurdi ad opera della polizia turca. Gli scioperanti chiedono che i loro casi vengano riesaminati, rivendicano il diritto di asilo che per i kurdi significa diritto ad esistere e che si presti maggiore attenzione alla reale tutela dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia.

A tal proposito assai significativi sono i dati resi noti in questi giorni dal Consiglio Italiano Rifugiati (CIR). Secondo la stima del CIR le richieste di asilo presentate nel 2002 sarebbero 16.970, di cui solo 1.270 accolte appieno e 730 negate ma con raccomandazione di rilasciare un permesso di soggiorno per fini umanitari. Dinieghi invece per le altre 14.970, nella maggioranza dei casi senza alcun colloquio con il richiedente.

L'associazione Meltingpot ha dichiarato che sono disarmanti ed altamente preoccupanti affermazioni rilasciate nei giorni scorsi da Bossi, il quale aveva auspicato che "o con le buone o con le cattive" si riesca a cacciare i clandestini aggiungendo inoltre che "vi è un momento in cui occorre usare la forza".

Melting Pot denuncia al contrario la drammatica realtà dei rifugiati e sostiene che "l'immigrazione in Italia viene vissuta solo come problema di ordine pubblico e sicurezza". Assieme alle associazioni Ararat, Azad e Senza Confine ha lanciato un appello di solidarietà per i kurdi in sciopero affinché "il diritto di asilo non venga di fatto cancellato".

Intanto Amnesty International, ICS e Medici Senza Frontiere esprimono vivissima preoccupazione in merito all'adozione di alcune misure "antisbarchi" annunciate dal Governo e promuovono un appello urgente sul rispetto delle normative internazionali in materia di accesso alla procedura di asilo.

ANCST (associazione nazionale cooperative sociali e del turismo) - Legacoop e Drom - Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale hanno scritto una lettera aperta alla cooperazione sociale per dire no alla celebrazione della Giornata del Rifugiato visto che il "Governo italiano continua a dimostrare la sua incapacità di rispondere ai bisogni di accoglienza e integrazione delle persone migranti e dei richiedenti asilo".

Fonti: Meltingpot, Redattore Sociale, Consiglio italiano per i rifugiati, Campagna Diritto all'asilo, Cooperazione sociale ANCST Legacoop;

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