In memoria di Helin Bolek, cantautrice della libertà, morta per sciopero della fame

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Foto:  Unsplash.com

All’ età di soli 28 anni, è morta venerdì scorso, 3 aprile, la cantautrice turca Helin Bolek, membro e fondatrice del gruppo musicale Grup Yorum.   La giovane aveva deciso uno sciopero della fame per protestare contro l’autoritarismo del presidente Recep Tayyip Erdogan, che le aveva proibito di cantare.  È morta dopo 288 giorni di astinenza.

Ragazza giovane e talentuosa, voleva cantare ed esprimere la disperata voglia di vivere in libertà. Per questo era molto apprezzata dai giovani della Turchia. Questa presa sui giovani preoccupava il regime di Erdogan e così la sua band è stata soppressa. Da almeno due anni, la loro sede, l’Idil Cultural Center di Okmeydani era stato preso di mira decine di volte, dalla polizia, rompendo i loro strumenti musicali e arrestando almeno 30 persone. Sette membri della band sono in prigione.

A causa di ciò, per protesta, Helin ha scelto la forma estrema di reazione e resistenza allo stato profondo del Sultano, e quasi un anno fa ha iniziato uno sciopero della fame insieme ad altri membri del suo gruppo.

Nell’attuale Turchia, la morte di Helin Bolek rientra nella diffusa repressione dello Stato, che comprende l’oppressione e il soffocamento di ogni voce dissenziente. È assurdo che una ragazza di 28 anni possa morire di fame, solo perché ha osato esprimersi artisticamente. È altrettanto assurdo che il resto del mondo cosiddetto democratico non abbia reagito.

Rimangono le richieste del Grup Yorum: fermare i raid polizieschi all’Idil Cultural Center; togliere dalla lista degli indiziati i membri del gruppo; togliere il bando ai concerti del Grup Yorum, che dura da tre anni; rilasciare in libertà i membri arrestati.

Da Asianews.it

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