Global March: nuovi obiettivi, senza dimenticare i precedenti!

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Si è tenuto a Firenze un ulteriore round della Global March sul lavoro minorile. A parte i soliti luoghi comuni, secondo i quali occorre dare all'infanzia la possibilità di crescere in un contesto adeguato, di studiare e di giocare, questo convegno - dalle grande ambizioni e dai grandi costi - manca ancora una volta l'occasione di essere il punto di avvio di una inversione di tendenza vera nella politica verso l'infanzia che lavora.

E' giusto dire che occorre garantire all'infanzia il diritto allo studio, ma perché questo diventi possibile occorrono strumenti e politiche diverse.

La Global March dopo dieci anni di azione globale, a fronte del permanere del fenomeno, torna a riproporre a Firenze le vecchie tesi, affiancandole ad un concetto indiscutibile e cioè quello del diritto allo studio.
Se non si accomunassero al lavoro minorile in senso stretto (child work) le forme odiose come la schiavismo, la prostituzione, l'uso dell'infanzia in attività criminali (child labor), - atteggiamento nel quale invece insiste la piattaforma della Global March - si potrebbero definire "politiche" differenziate, riconoscendo il lavoro minorile, all'interno delle strategie di sopravvivenza, come "accettabile": questo rappresenterebbe un terreno avanzato, aderente alla realtà. Ancora, se non si reclamasse in modo esplicito l'abolizione di tutte le forme di lavoro, compreso quello a part time, si potrebbe affrontare la problematica con i tutti protagonisti presenti nei luoghi dove si sviluppa: le aree povere del pianeta.

Così come nella prima metà del secolo scorso anche qui da noi i bambini e le bambine aiutavano in agricoltura e pascolo del bestiame, nel commercio più o meno ambulante, nei lavori domestici e nei laboratori, così oggi in moltissimi Paesi poveri e poverissimi, caratterizzati da un contesto di economia informale, i fanciulli sono parte attiva nel miglioramento della loro condizione. Per questo, continuare a non riconoscere il diritto al lavoro dei bambini, in condizioni degne, paradossalmente rappresenta una grave carenza nella elaborazione delle strategie politiche e teoriche in materia di lavoro minorile

Inoltre, perché si possa ottenere una inversione di tendenza occorre coinvolgere i soggetti interessati:" i bambini lavoratori organizzati".

I Movimenti organizzati dei Bambini/e e Adolescenti Lavoratori (vedi documento allegato) stanno da oltre 25 anni affermando una pratica alternativa, ma inspiegabilmente non sono presi in considerazione dalla organizzazione della Global March. Anche questa è una contraddizione che non viene risolta, determinando la impossibilità di collaborazione contro lo sfruttamento del lavoro minorile, tra la Organizzazione della Global March e Movimenti dei Bambini lavoratori organizzati presenti in Africa, America Latina e Asia.

Fonte: Italia Nats

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