Verona: tolleranza zero, anche verso il sindaco?

Stampa

Verona. La città della "tolleranza zero" è stata presa di mira dalla 'Repubblica di Venezia'. La corte d'appello di Venezia conferma, per la terza volta, il reato di propaganda razzista a Flavio Tosi, sindaco di Verona e paladino della Lega Nord ed altri 5 compagni di partito. Sono stati condannati per "propaganda di idee fondate sulla superiorità e sull'odio razziale", in base alla legge Mancino come riporta Sara Milanesi su Nigrizia. La stessa legge tirata in ballo dal sottoscritto, Armando Stefani e Michele Nardelli nei due esposti per apologia al nazifascismo per i candidati alla fiamma (allegato 1) e per il cartello discriminatorio di Castello Tesino (allegato 2). Esposti che tracciano un limite invalicabile da parte di chiunque.

Il giudice di Venezia ha confermato anche la condanna al risarcimento dei sinti che si sono costituiti parte civile ed ha condannato a 2 mesi di carcere (sospeso per condizionale) con il divieto di partecipare a competizioni elettorali politiche e amministrative per 3 anni.

È un duro colpo per Tosi, il sindaco che si è permesso di rimuovere la foto del Capo dello Stato Giorgio Napolitano dalle pareti del Municipio (a proposito di limiti invalicabili). Assieme al primo cittadino anche gli assessori di Verona Enrico Corsi, Matteo Bragantini, Luca Coletto, la capogruppo in Comune Barbara Tosi e il militante Maurizio Filippi stanno vivendo un momento non facile.

Il tutto accadde quando Tosi era consigliere regionale (2001). Oggetto dei suoi attacchi xenofobi i sinti di Boscomantico. La gente "per bene" era allora tutta con Tosi ad incoraggiarlo nella "guerra al diverso". Il consigliere raccoglieva firme con un modulo non equivoco. Affermava: "gli zingari sono tutti ladri". Tranne, naturalmente, i campionissimi Andrea Pirlo e Zlatan Ibrahimovic.

La sentenza di primo grado, al pari dell'offesa, era anch'essa inequivocabile: condannava tutti a 6 mesi e al risarcimento delle parti civili per "propaganda di idee razziste ed incitamento alla commissione di atti di discriminazione". Le sentenze nei gradi successivi sono a confermare il discrimine. ''Faremo ricorso in Cassazione." È stato il primo commento di Flavio Tosi da Piazza Brà alzando la spada al cielo nella battaglia tra Capuleti e Montecchi.

Ma la parte civile è pronta ad affrontare anche quest'ennesimo momento del processo. "Noi non ci muoviamo" afferma l'avv. Federica Panizzo, "Il passo più importante per noi è stato sicuramente il fatto che le famiglie sinte e l'Opera Nazionale Nomadi siano stati riconosciuti come parte civile, cosa che ci ha permesso di dare il via al processo" continua, "Ma oggi segniamo un altro importante risultato: questa sentenza ha confermato nuovamente che quella fu una propaganda di stampo razzista."

Fabio Pipinato

Ultime su questo tema

Pane e veleni, la vicenda del petrolchimico di Porto Torres

27 Ottobre 2025
Porto Torres emblema della macroscopica contraddizione che ha contraddistinto lo sviluppo industriale del nostro paese. (Rita Cantalino)

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

La Francia in crisi: una potenza nucleare davanti a un'incognita

13 Ottobre 2025
Il nuovo incarico per tentare il varo di un nuovo esecutivo. (Maurizio Sacchi)

Siria, prime elezioni dopo la caduta di Assad

12 Ottobre 2025
Nelle prime elezioni parlamentari indirette, il volto del nuovo potere preoccupa le minoranze con l’incognita Israele. (Alessandro De Pacale)

Melma fa rima con stella

11 Ottobre 2025
Il progetto "L’ovale storto" racconta le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini)

Video

2010 - Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale