Elezioni: Amnesty, più impegno per tutelare i diritti umani

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"Un impegno più forte per la tutela e la promozione dei diritti umani". Lo chiede la Sezione Italiana di Amnesty International con una lettera aperta ai candidati alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile resa pubblica nei giorni scorsi.

"I ruoli istituzionali che intendete ricoprire richiedono chiarezza e decisione nell'attuazione degli obblighi internazionali dell'Italia per il rispetto dei diritti fondamentali, all'interno dei confini nazionali e nella politica estera. La richiesta che vi sottopone Amnesty International è quella di scegliere se costruire il rispetto dei diritti umani oppure le violazioni dei diritti umani. Una scelta molto concreta, che incide sulla vita delle singole persone in Italia e nel mondo e sul prestigio internazionale del nostro paese" - si legge nella lettera aperta.

In primo luogo, Amnesty International chiede alla XVI Legislatura "atti concreti contro la tortura attraverso l'introduzione, con 20 anni di ritardo, di un reato specifico nel codice penale italiano, la ratifica del Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite e la fine della pratica delle espulsioni individuali o collettive verso paesi che applicano la tortura".

Il rispetto dei diritti umani, secondo l'organizzazione per i diritti umani, dovrebbe diventare parte integrante delle politiche cosiddette di sicurezza, " prendendo posizione esplicita contro le 'rendition', collaborando con le inchieste nazionali e internazionali in corso e adeguando agli standard internazionali sui diritti umani il cosiddetto Pacchetto Pisanu e il Decreto Legislativo sui cittadini comunitari nelle parti che disciplinano le espulsioni".

Amnesty International Italia sollecita "passi urgenti anche in materia di asilo e di immigrazione, attraverso l'approvazione di una legge organica che metta a sistema e completi le norme sinora approvate sul diritto di asilo; l'introduzione di norme sull'immigrazione che considerino la detenzione a scopo di espulsione come l'ultima risorsa e non come l'unica risposta".

Infine, "il rispetto dei diritti umani dovrebbe essere preso concretamente in considerazione ogni qualvolta l'Italia autorizzi esportazioni di armi: non consentendole, soprattutto quando si tratta di armi leggere e di piccolo calibro, verso paesi in cui potrebbero essere utilizzate per violare i diritti umani e il diritto umanitario, né verso paesi in cui vi siano bambini soldato; sostenendo inoltre l'approvazione del Trattato internazionale sul commercio di armi". Va ricordato, tra l'altro, che nei giorni scorsi Amnesty Italia e Rete Disarmo hanno chiesto al Governo italiano dettagli sulla tipologia e sulla destinazione specifica di 'armi e munizioni' esportate lo scorso anno in Afghanistan per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. [GB]

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