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Save the Children: in Italia 1,7 milioni di mamme vive in povertà
Donna
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In Italia circa un milione di madri con figlio piccolo vive in condizione di povertà e su 4,2 milioni di donne povere quasi 1,7 milioni sono madri, È quanto emerge dal rapporto presentato ieri da Save the Children su "Le condizioni di povertà tra le madri in Italia" (in .pdf), "L'Italia si piazza al 17° posto nel mondo per il benessere materno-infantile, ma il disagio sociale si fa sentire - ha commentato Francesco Aureli di Save the Children. Se infatti spostiamo lo sguardo sulle condizioni sociali delle donne e dei bambini, scopriamo che un numero non insignificante di questi non vive per niente bene e che è in ripresa la povertà fra le madri, soprattutto con bambini"
Il rapporto redatto da Fondazione Cittalia - ANCI Ricerche prendendo in esame il totale delle famiglie in povertà - che è pari all’11,3% delle famiglie italiane - segnala che l’incidenza della povertà in un nucleo costituito da una donna in coppia con un figlio piccolo è superiore alla media di 4 punti percentuali, attestandosi al 15,4%. Percentuale che sale al 16,5% in presenza di 2 figli, di cui almeno uno minorenne, e al 26,1% se i figli sono almeno 3, di cui almeno uno minore. "Segno che la maternità può diventare causa di povertà per molte donne oltre a incidere anche sui livelli occupazionali femminili, che diminuiscono sensibilmente" - avverte Save the Children.
Infatti, già di per sé inferiore al dato medio europeo, il divario occupazionale cresce all’aumentare del numero dei figli: il tasso di occupazione femminile è pari al 65% in assenza di figli ma decresce al 60,6% e al 54,8% nel caso, rispettivamente, di uno e due figli, per crollare al 42,6% quando i figli sono almeno 3. Le difficoltà economiche per molte donne emergono drammaticamente considerando le tante voci del bilancio e del menage familiare: fra le mamme in coppia con un bambino piccolo, per esempio, il 18,6% non ha i soldi sufficienti per fare fronte a tutte le spese del mese; il 16,3% ha pagato in ritardo almeno una bolletta; il 10,3% non è stato in grado di sostenere con regolarità le spese scolastiche dei figli; il 5% non ha potuto acquistare sempre generi alimentari.
E nel caso di madre sola con almeno un figlio minore la situazione è ancora più grave, con gli indicatori di deprivazione che salgono ulteriormente: il 44% arriva a fine mese “con molta difficoltà”, quasi il 31% è in arretrato con le bollette, il 25% non ha avuto soldi per spese mediche, il 21% per le spese scolastiche.
“Tanto più in questo periodo di grave crisi economica, il sostegno alle madri diventa cruciale e urgente se vogliamo contrastare la povertà” - ha commentato Valerio Neri, direttore generale per l’Italia di Save the Children. “E’ necessario procedere su un doppio binario combinando misure che agevolano l’accesso al lavoro e ai servizi – come per esempio gli asili nido che sono tutt’ora insufficienti – con il sostegno al reddito”.
“Per quanto riguarda invece la condizione di madri e bambini nei paesi a più basso reddito - ha continuato Neri - i governi nazionali, insieme alle istituzioni e organizzazioni internazionali, debbono mettere in cima alle priorità il reclutamento, l’incremento e il rafforzamento del personale sanitario, a cominciare da quello femminile che dovrebbe costituire il primo riferimento per donne e bambini, o all’interno delle loro comunità o in cliniche e strutture di cura prossime alle comunità e al villaggio”.
Save the Children ha presentato ieri anche l'undicesimo "Rapporto sullo Stato delle Madri nel mondo" (in .pdf) dal quale emerge che nel mondo 50 milioni di donne partoriscono senza assistenza e quasi 350 mila perdono la vita per la gravidanza e il parto. Ma sopratutto emerge l'enorme divario nel mondo che vede in cima alla classifica dello stato delle madri e dei bambini Norvegia, Australia, Islanda, Svezia, Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, che rappresentano i 10 paesi dove madri e figli godono delle migliori condizioni di vita.
All'estremo opposto, dalle ultime posizioni, ci sono Afghanistan, Niger, Chad, Guinea Bissau, Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Sudan, Eritrea, Guinea Equatoriale. In questi ultimi paesi, i dati sono allarmanti il 60% delle nascite avviene senza l'assistenza di personale specializzato; 1 mamma ogni 23 muore per cause collegate alla gravidanza e al parto; 1 bambino su 6 perde la vita prima di aver compiuto 5 anni; più di 1 minore su 3 soffre di malnutrizione; 1 bambino su 5 non va a scuola; in media una donna ha 5 anni di studio; 9 madri su 10 con molta probabilità vedranno morire un loro figlio.
"La divulgazione dei due dossier - ha detto Valerio Neri - è un'ulteriore tappa della campagna globale di Save the Children "EVERY ONE", partita nell'ottobre del 2009 con l'obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità infantile, salvando ogni anno direttamente 500mila bambini". Si stima che attraverso misure semplici e a basso costo, circa 250mila donne e 5,5 milioni di bambini che oggi muoiono potrebbero salvarsi: basterebbero assistenza specializzata al momento del parto, vaccini e trattamenti per polmonite, diarrea e malaria, allattamento esclusivo al seno. [GB]