Onu: lo stupro è crimine di guerra, apprezzamento delle Ong

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Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha votato all'unanimità la risoluzione 1820 che definisce lo stupro "un'arma di guerra". La risoluzione stabilisce che "lo stupro e le altre forme di violenza sessuale possono rappresentare un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità o un elemento del genocidio". Nel documento si chiede alle parti coinvolte in un conflitto "l'immediata e completa cessazione" di "tutti gli atti di violenza sessuale contro i civili" e "l'adozione immediata di misure per proteggere i civili, comprese donne e bambine, da tutte le forme di violenza sessuale" - riporta l'agenzia AGI. La risoluzione, inoltre, minaccia indirettamente per i sospettati di stupro durante una guerra un processo davanti al Tribunale penale internazionale dell'Aja.

Il voto sul documento è arrivato alla fine di una giornata di discussione moderata dal Segretario di Stato americano Condoleezza Rice, presidente di turno del Consiglio. "Lo stupro è un reato che non può mai essere condonato" - ha sottolineato la Rice. "In tutto il mondo donne e bambine in situazioni di conflitto sono state vittime di diffusi e deliberati atti di violenza"- ha insistito, ma "la risoluzione di oggi fissa un meccanismo per far venire alla luce quelle atrocita'". La Rice non ha mancato di fare esempi: in Birmania, ha ricordato, i militari violentano regolarmente donne e bambine anche di otto anni. Gli stupri sono la regola spesso anche nella Repubblica Democratica del Congo o in Sudan. Il capo della diplomazia Usa ha però sorvolato sui tanti casi che hanno visto coinvolti militari americani in missione all'estero.

Per il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, la violenza contro le donne ha raggiunto "proporzioni indescrivibili" ed è diventata uno strumento "per umiliare, dominare, instillare paura, cacciare o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico". Al dibattito nel quartier generale dell'Onu hanno preso parte sette donne ministro. Oltre alla Rice, hanno parlato il ministro degli Esteri del Sudafrica, Nkosazana Dlamini Zuma, il vice primo ministro croato Jadranka Kosor, il procuratore generale britannico Patricia Scotland e il segretario di stato agli Esteri francese Rama Yade. Alcune di loro hanno rivolto un appello alla giunta militare del Myanmar per la liberazione della leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, agli arresti da oltre 10 anni.

Il Gruppo di lavoro delle Organizzazioni non governative su donne, pace e conflitti, di cui fa parte anche Amnesty International, ha espresso soddisfazione "per il fatto che il più influente organo delle Nazioni Unite abbia riconosciuto ciò che molte donne affermano da lungo tempo: fermare la violenza sessuale nelle zone di conflitto è un mezzo importante per mantenere la pace e la sicurezza a livello internazionale". "La Risoluzione 1820 (2008) getta le basi per migliorare la risposta delle Nazioni Unite agli alti livelli di violenza sessuale nelle aree colpite da conflitto" - riporta il comunicato delle Organizzazioni non governative.

"Il testo approvato dal Consiglio di sicurezza mette in rilievo la necessità di una piena ed eguale partecipazione delle donne nella prevenzione dei conflitti, nella loro risoluzione e nella costruzione della pace nella fase di post-conflitto. Di pari importanza è il riferimento alla necessità che il Segretario generale e le agenzie delle Nazioni Unite assicurino la partecipazione delle donne e delle loro organizzazioni allo sviluppo di meccanismi idonei a proteggere le donne e le bambine dalla violenza sessuale". Il Gruppo di lavoro delle Ong manifesta apprezzamento anche per la decisione del Consiglio di sicurezza di chiedere al Segretario generale di produrre, entro il 30 giugno 2009, un rapporto sulle modalità più efficaci per ridurre la violenza sessuale contro le donne e le bambine: un fatto apprezzato anche da Human Right Watch che sottolinea come alla stesura di questo rapporto potranno contribuire le Ong.

"Nonostante questi aspetti positivi, il contenuto della Risoluzione 1820 avrebbe potuto essere più forte" - notano le Ong. Secondo il Gruppo di lavoro delle Ong, il Consiglio di sicurezza avrebbe dovuto dare seguito a una precedente raccomandazione del Segretario generale sull'istituzione di un meccanismo dedicato esclusivamente al monitoraggio della violenza contro le donne, all'interno del quadro della Risoluzione 1325 su donne, pace e sicurezza adottata nel 2000.

Per contrastare la violenza sessuale contro le donne e le bambine, conclude il Gruppo di lavoro delle Ong, sarà fondamentale la qualità dell'azione delle Nazioni Unite, la cui opera di monitoraggio e raccolta di informazioni dovrà essere adeguatamente sostenuta in termini di competenze e finanziamenti. Il Gruppo di lavoro sorveglierà attentamente l'attuazione della Risoluzione 1820, per assicurare che l'impegno assunto dalle Nazioni Unite con la sua approvazione possa produrre un cambiamento reale nella vita delle donne e delle ragazze a rischio di violenza sessuale. [GB]

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