“Indi Mates”: una chiave per l’indipendenza

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Foto: Prodigio.it

Cos’è l’indipendenza? Per molti è scontata, per altri un’utopia. L’indipendenza può essere associata a molti momenti vissuti e desiderati, come l’avere il primo mazzo delle chiavi di casa, l'uscita serale con gli amici, la patente di guida, la scelta di una facoltà universitaria, il primo stipendio. 

Tuttavia, non tutti hanno i mezzi per costruire la propria autonomia. Anzi, per alcuni l’indipendenza è semplicemente avere un po’ di privacy, potersi spostare liberamente, poter andare in bagno o a dormire senza avere affianco un familiare che lo assista costantemente. 

Il progetto Indi Mates nasce per dare una nuova forma al concetto di indipendenza, un progetto nato per chi ha difficoltà nella propria vita a raggiungere l’autonomia.

Indi Mates, ovvero "compagni d'indipendenza" - dall'unione delle parole "independence" (indipendenza) e “mates"(compagni) - è un progetto sociale di scambio alla pari e di coinquilinaggio volto a raggiungere un obbiettivo comune: l'indipendenza. È realizzato da Elena, una ragazza in carrozzina nata con una paralisi cerebrale che nel 2019 ha intrapreso il suo progetto d'indipendenza nella città di Bologna.

Il progetto – si legge nel manifesto del progetto – è nato principalmente per chi nella vita ha trovato e continua a trovare molti stop, porte chiuse e muri invalicabili. Per chi si è sempre sentito dire ‘no, tu non puoi farlo’”L'idea è nata pensando alla disabilità ma al progetto può partecipare chiunque voglia intraprenderlo. 

L’esperienza dello scambio alla pari ha permesso ad Elena, come lei stessa racconta, di far sì che con le sue quattro ruote abbia potuto ottenere una vita indipendente, dove i suoi familiari non debbano assisterla ogni giorno: oggi può sperimentare l’abitare in una casa in città, l’avere un lavoro, fare la spesa, organizzare le giornate per i propri interessi e uscire ogni volta che lo desidera. Senza doverlo chiedere.

Indi Mates è una chiave che apre la porta su una prospettiva nuova, in costruzione giorno dopo giorno dove la disabilità, da condizione ancora oggi percepita in un modo spesso sbagliato, diventa azione in grado di costruire qualcosa di importante. Noi, insieme, vogliamo portare un cambiamento decisivo. Un messaggio forte, che smuova le persone a voler cambiare a loro volta, a prendere coraggio e a dire "sì, io posso, perché io voglio".

Il progetto, che permette la comunicazione e scambio tra persone, si basa sul principio di domanda e offerta.

Si parte da due domande: “Cosa ti manca per ottenere la tua indipendenza?” E “Cosa puoi dare tu in cambio di questa?” Ad esempio, se si ha necessità di ottenere una stanza ma non ci si può permettere di pagarne l’affitto a prezzo intero, sarà possibile interagire sul blog per chiedere una stanza a minor presto proponendo in cambio dei servizi, come il fare le faccende di casa, cucinare, assistere qualche ora al giorno una persona che ha problemi a deambulare, far compagnia ad un coinquilino che ha una difficoltà cognitiva, fare babysitting e dare ripetizioni...

Se invece si vuole chiedere assistenza, si potrà interagire ponendo la domanda di assistenza specifica e in cambio offrire una stanza, un posto letto a titolo gratuito o a un prezzo minore, offrire dei servizi. Insomma, ogni progetto può conformarsi alle esigenze di chi lo intraprende.

Tutto cominciò con un annuncio affidato ai social, con il quale Elena si mise alla ricerca di una nuova coinquilina, una ragazza che potesse aiutarla per la messa a letto, che passasse le notti in casa e che la mattina le desse una mano per vestirsi, fare colazione e uscire di casa. Dal lunedì al venerdì. In cambio offriva ospitalità. Dopo una quindicina di colloqui, avvenne l’incontro con Margherita: “Ci siamo conosciute, abbiamo fatto qualche prova. Il rapporto è sbocciato, ci piacciono le stesse cose, senza volerlo ci capiamo. Siamo diventate amiche”

Un blog che funziona un po’ come il baratto di un tempo. E intanto la “famiglia” di Elena si espande, dopo Margherita è arrivato un terzo coinquilino, un coetaneo con Asperger.

Lia Curcio

Sono da sempre interessata alle questioni globali, amo viaggiare e conoscere culture diverse, mi appassionano le persone e le loro storie di vita in Italia e nel mondo. Parallelamente, mi occupo di progettazione in ambito educativo, interculturale e di sviluppo umano. Credo che i media abbiano una grande responsabilità culturale nel fare informazione e per questo ho scelto Unimondo: mi piacerebbe instillare curiosità, intuizioni e domande oltre il racconto, spesso stereotipato, del mondo di oggi.

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