Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili

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Ricorre il 6 febbraio la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili: questa pratica tocca nel mondo 130 milioni di donne, due milioni di bambine ogni anno. "Disinfettate" dal piacere, ma infettate dalle malattie conseguenti alle asportazioni di parte dei genitali. Un rituale diffuso in 28 Paesi africani, in alcuni asiatici e nelle comunità di immigrati in Europa e in Italia. Nel 2001 l'Unione Europea ha approvato una legislazione che condanna la pratica, ma al momento solo Austria, Gran Bretagna, Norvegia e Svezia la considerano illegale, cosi come gli Usa e il Canada. In occasione della Giornata, Amnesty International ha rivolto un appello a tutti i governi affinché siano adottate misure per garantire effettiva protezione alle bambine.

Recentemente scalpore e preoccupazione ha destato la notizia che la Regione Toscana potrebbe essere la prima Regione italiana ed europea a praticare le mutilazioni dei genitali femminili (MGF) nelle proprie strutture ospedaliere, in particolare nel "Centro di riferimento regionale per la prevenzione e cura delle MGF". Il medico del centro, Omar Abdulkadir, di origine somala ha redatto una lettera, che sta sottoponendo alla firma dei rappresentanti - tutti uomini - delle diverse comunità africane in Toscana, in cui chiede di praticare la clitoridectomia nelle strutture pubbliche italiane, come forma di prevenzione dell'infibulazione e strumento per evitare che la pratica venga fatta in clandestinità. Un atto "contrario alla deontologia medica - denunciano Aidos e Nosotras - in quanto non si tratta di una cura, ma di un intervento sul corpo di una bambina sana".

L'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos) dal 1985 realizza progetti in Africa per prevenire la pratica, e l'associazione toscana Nosotras,

costituita da donne immigrate e italiane puntualizzano che le MGF si configurano come una violazione dei principali trattati sui diritti umani ratificati dal governo italiano, in particolare del diritto alla vita e alla salute, garantiti dalla Convenzione internazionale sui diritti umani, della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989 e della Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW).

Cristiana Scoppa, responsabile dei progetti sulle MGF dell'Aidos nota: "Il Parlamento italiano sta dibattendo di una possibile legge specifica sulle MGF. L'azione del medico somalo e dei rappresentanti delle comunità africane residenti in Toscana si configura come un tentativo di aggirare queste azioni e il lavoro delle organizzazioni di donne della stessa Toscana, come Nosotras, per sensibilizzare le comunità all'abbandono della pratica. E, se approvata, pone la Regione Toscana fuori dal sistema legale e dei diritti umani vigente in Italia e in Europa".

In occasione della "Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili" l'associazione Nosotras, Cospe e Arci Firenze promuovono un incontro-dibattito sul tema: "Nessuna tolleranza verso le mutilazioni genitali femminili". Nell'occasione saranno illustrate le linee generali del documento che l'associazione Nosotras intende presentare alla Regione Toscana. [RB]

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