Onu: inchiesta sull'operazione sgomberi in Zimbabwe

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In seguito al Rapporto Onu sull'Operazione di demolizioni e sgomberi in corso in Zimbabwe denominata "Murambatsvina" (Riportare l'ordine), che "si stima abbia già lasciato 700 mila senza dimora e mezzi di sostentamento" e riguarda in varia misura altre 2 milioni e 400 mila persone, i governi di alcuni Paesi occidentali, con in testa la Gran Bretagna, stanno proponendo al Consiglio di sicurezza di ascoltare Anna Tibaijuka, inviata speciale del Segretario Generale Kofi Annan ad Harare e autrice del rapporto sulle demolizioni. - riporta l'agenzia Misna.

 

- Rapporto Onu sugli sgomberi in Zimbabwe ( Pdf in inglese)
- Ristabilire il diritto alla casa in Zimbabwe:
Appello di IAI e della società civile

"In un incontro a porte chiuse l'ambasciatore d'Inghilterra - paese che insieme a Washington e ad alcuni europei e occidentali è il principale censore di Mugabe e del suo governo - avrebbe già tentato ieri di convincere il Consiglio a convocare e ascoltare Anna Tibaijuka, e ha detto che oggi ci riproverà, pur sapendo che la Tibaijuka sta già per tornare in Kenya dove dirige "Un-habitat", l'organismo dell'Onu per gli insediamenti umani" - riporta l'agenzia Misna. Per essere accolta, la richiesta inglese dovrebbe essere discussa e accettata da almeno 9 dei 15 paesi che fanno parte del Consiglio, molti dei quali sembrano invece orientati verso la messa a punto di un compromesso di natura imprecisata, forse un incontro informale a porte chiuse.

Nei giorni scorsi il Segretario Generale Kofi Annan ha accettato "in principio" un invito del presidente Mugabe a recarsi ad Harare, ma la visita "non è imminente" - ha annunciato ieri un portavoce Onu. Nel frattempo, il presidente Robert Gabriel Mugabe si trova a Pechino dove starebbe concludendo una serie di accordi non solo commerciali e finanziari "di cui molto poco viene reso noto" - riporta sempre l'agenzia Misna. Il colosso asiatico in questi mesi ha infittito i rapporti diplomatici e commerciali con il paese africano, incrementando fortemente gli investimenti. "In realtà - afferma Cesare Ottolini, coordinatore della "International Alliance of Inhabitants" - proprio mentre i paesi occidentali si sono schierati contro le scelte di Mugabe, la Cina ha discusso della possibilità di mandare aiuti economici allo Zimbabwe". Mugabe starebbe cercando prestiti per dare ossigeno alla disastrata economia del suo paese, afflitta da un tasso d'inflazione superiore al 160% (ma a marzo aveva superato il 600%) e soprattutto da carenza di valuta estera, scorte alimentari e combustibile.

La Cooperazione italiano allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri ha deciso di stanziare 9 milioni di dollari al Programma alimentare mondiale (Pam) per i suoi progetti destinati agli aiuti alimentari in alcuni Paesi dell'Africa sub-sahariana e dell'America Latina di cui 3,3 milioni di euro contribuiranno alle emergenze alimentari di diverse nazioni tra cui Zimbabwe, Eritrea e Niger. Proprio nei giorni scorsi l'Unicef ha denunciato che, in seguito agli sgomberi, più di 220mila bambini sono rimasti senza tetto mentre l'accesso al cibo, all'acqua e alle cure sanitarie è reso quasi impossibile. [GB]

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