Lilliput a Prodi, no all'Euratom!

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Il prossimo 24 marzo la Commissione europea potrebbe decidere in favore del finanziamento dell'Euratom per il controverso progetto di completamento dell'impianto nucleare di Cernavoda 2, in Romania, nei pressi del fiume Danubio e non lontano dal Mar Nero. La Rete Lilliput ha preparato un modulo sul sito www.retelilliput.net per inviare email a Romano Prodi per chiedergli di non appoggiare il progetto. Lilliput ritiene che tale finanziamento non contribuirà all'aumento della sicurezza nucleare nell'Est Europa, e per questa ragione sarebbe quindi in violazione del mandato dell'Euratom, così come emendato nel 1994.

Allo stesso tempo proprio la Commissione Europea non intende rendere pubblici alcuni importanti documenti che potrebbero contribuire ad una corretta valutazione dell'opportunità economica o meno del progetto, tra cui la stessa somma di fondi dei contribuenti europei da destinare tramite l'Euratom a Cernavoda 2. Per questo la Rete Lilliput si augura che la Commissione Europea rinvii la decisione in merito al finanziamento fintantoché non siano state rese pubbliche tutte le informazioni richieste invano dalla società civile europea negli ultimi due anni per una valutazione oggettiva del progetto e di tutte le alternative non-nucleari.

"Siamo molto sorpresi dal fatto che Prodi, in qualità di candidato premier della coalizione di centro-sinistra che in Italia si è sempre opposta in tutte le sue componenti alla proliferazione del nucleare civile sul territorio italiano ed all'estero dopo il grave incidente di Chernobyl del 1986, possa rendersi responsabile della realizzazione dell'ennesimo reattore nucleare nell'Est Europa, non così lontano dall'Italia" ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale, tra le organizzazioni promotrici della Rete Lilliput.

"Oggi il mondo presenta già troppi rischi", ha aggiunto Roberto Cuda della Rete Lilliput, "per lasciare ai nostri figli anche l'eredità di nuovi impianti nucleari la cui sicurezza rimane ampiamente discutibile. Per un mondo più sicuro servono fatti, non solo parole di circostanza: iniziamo ad utilizzare senza rischi i soldi pubblici europei".

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