Il nuovo piano di immigrazione dell’UE è spazzatura

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Foto: Unsplash.com

Dal punto di vista giornalistico, è un passaggio interessante: scopre tutte le molte crepe che ci sono in questa cosa che chiamiamo Unione Europea, ma che di unito - di casa comune - ha sempre meno. Dal punto di vista di chi opera per i diritti umani, la sintesi è ancora più semplice: questo nuovo piano sugli emigranti varato dall’Unione Europea è una vera e propria porcata.

Perché? Perché di fatto cancella ogni residuo brandello di idea di asilo politico e protezione internazionale a favore di chi arriva da Paesi in guerra o con una situazione tale da mettere in pericolo la vita. I filtri creati dalle nuove norme sono demenziali e irreali, non tengono conto di quanto accade e di fatto chiudono la porta in faccia a chi vuole sopravvivere.

L’Europa che si considera “patria e sentinella dei diritti umani”, si rivela in realtà una roccaforte chiusa di privilegiati. Privilegiati per lo più maldestri, per due ragioni.

La prima è che continuiamo a parlare di emigranti - con la e davanti, per favore, la parola migrante è un’invenzione propagandistica - quando, in realtà, in Europa non abbiamo ufficialmente alcun fenomeno emigratorio.

In Europa le persone che vogliono venire qui per cercare un lavoro, un futuro, non possono entrare, non ottengono alcun permesso. Possono entrare solo quelli che, una volta arrivati, si dichiarano profughi, cioè in fuga da una guerra e appena sbarcati diventano richiedenti asilo. Per il diritto internazionale - e per il sano buon senso legato alla verità e non alla menzogna propagandistica - costoro non sono emigranti.

Lo dimostra il fatto che per arrivare devono rischiare la vita in viaggi demenziali nel deserto, sui barconi o in quella che chiamiamo la “rotta balcanica”. Fossero emigranti arriverebbero - come hanno fatto i nostri padri - in nave o treno o aereo. Invece, in Europa abbiamo alzato muri per tenere fuori il Mondo, esattamente come hanno fatto negli Stati Uniti al confine con il Messico. È la medesima situazione.

La seconda ragione è che nell’ipocrisia della situazione e nella vigliaccheria di volerci ripulire la coscienza con un’apparente “accoglienza” destinata ai profughi, i legislatori europei fanno leggi che scontentano tutti: la sinistra che dice di difendere i diritti umani e la destra che vorrebbe tutti a casa propria, magari mettendo in campo un bel Piano Mattei.

Insomma, tutti scontenti. E nel mezzo ci sono quelli che per colpa di queste nostre menzogne rischiano ogni giorno di morire. O vedono ogni possibile sogno di futuro e vita infrangersi contro il muro della nostra ipocrisia.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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