Unione Inquilini: richieste all'Onu sul diritto alla casa

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Nel rapporto integrativo per l'anno 2004 sullo stato del diritto alla casa in Italia, curato da Unione Inquilini - International Alliance of Inhabitants - Centre of Housing Right and Eviction, viene sottolineato che tutt'oggi, il governo non ha emanato nessun provvedimento di proroga degli sfratti, né ha finanziato il settore abitativo sociale, né ha disposto l'aumento del fondo sociale per l'affitto, è prevedibile un aumento del numero degli sfratti locativi e degli sgomberi e, conseguentemente, della tensione sociale.

DAL RAPPORTO ...

"Lo testimonia, ad esempio, la presa di posizione dell'Uppi, un'associazione di proprietari molto rappresentativa, che ha dichiarato di voler fornire guardie giurate private contro le dimostrazioni antisfratto. Al di là di queste dichiarazioni, ci sono drammi personali e familiari che coinvolgono centinaia di migliaia di persone su tutto il territorio nazionale. La stampa riporta soltanto gli episodi più sensazionali (i casi di resistenza agli sgomberi, minacce di suicidio, accampamenti davanti ai municipi, occupazioni abusiva di edifici, ecc.), mentre la maggioranza dei casi non è nota (le famiglie separate, gli anziani o i malati che devono essere ricoverati, l'aumento del numero di senzatetto, ecc.).

Per queste ragioni proponiamo al Comitato ONU sul PIDESC di chiedere al governo italiano:

1. Quali sono i passi che il Governo intende intraprendere per migliorare le condizioni degli inquilini. Particolarmente per fare fonte a:

- l'aumento dei prezzi di affitto
- la continua mancanza di abitazioni a prezzi accessibili
- l'incremento del numero degli sfratti
- l'aumento del numero dei senzatetto

2. Quali soluzioni sono proposte per assicurare il diritto alla casa di tutti, fronteggiando l'impatto negativo dell'attuale situazione economica sulle popolazioni svantaggiate?

3. Qual'è la politica di edilizia sociale che l'Italia intende perseguire e come si concilia con i programmi di privatizzazione del patrimonio pubblico?

4. Perché il governo, dopo aver liberalizzato il settore locativo, non solo non ha aumentato, ma ha al contrario ridotto il fondo sociale per gli affitti?

5. A livello nazionale, regionale e locale:
- quanti alloggi di edilizia sociale sono stati costruiti dal 2001?
- quante famiglie ne hanno beneficiato?
- quante famiglie svantaggiate sone state escluse dallo stanziamento dell'edilizia sociale?

6. Poiché il Decreto Legge 240/04 protegge soltanto il 13% delle famiglie minacciate di sgombero, quale soluzione è prevista per proteggere dallo sfratto senza la possibilità di trovare altro alloggio il restante l'87%?

7. La procedura secondo la quale vengono escluse le famiglie sfrattate per morosità è coerente con il diritto ad un alloggio adeguato come stabilito dall'articolo 8 del 4° Commento Generale del Comitato ONU (1990)?

8. L'esclusione dei cittadini immigrati da un accesso equo alle case popolari e da ogni altra agevolazione pubblica relativa all'abitazione rispetta il diritto a un alloggio adeguato come stabilito dal PIDESC?

9. Che tipo di politica esiste per assicurare ai lavoratori migranti e regolari un equo accesso alla casa?

10. Che parte del bilancio pubblico nazionale, regionale e comunale è dedicata alla politica abitativa?

11. Vogliate fornire i dati disaggregati per sesso, età, e origine etnica, sui senzatetto in Italia, e indicare quali misure sono state introdotte per fronteggiare questo problema.

Sulla base delle risposte del governo italiano a queste domande, chiediamo al Comitato ONU di censurare l'Italia e di fare pressione affinché cambi queste politiche che violano gli articoli 2 e 11 del PIDESC.

In particolare, il governo italiano dovrebbe:
1. introdurre una normativa che preveda la proroga degli sfratti per qualsiasi motivo, finché l'inquilino non sia sato rialloggiato in maniera adeguata per quanto concerne posizione, prezzo e composizione dell'abitazione.

2. Reintrodurre il controllo pubblico del settore locativo per rendere i canoni più accessibili e garantire la sicurezza abitativa per tutti;

3. Promuovere la politica di edilizia sociale, stanzaindo almeno l'1% dei fondi pubblici statali, regionali e locali, per controbilanciare il settore locativo privato.

4. Abrogare la normativa che esclude i cittadini migranti dall'accesso alle case popolari e dalle agevolazioni pubbliche all'abitazione, in particolare l'art. 27 della Legge 30 luglio 2002, n.189 (legge Bossi-Fini)

>> cliccare qui per scaricare l'intero rapporto alla Casa in formato .rtf

Fonte: Unione Inquilini

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