Migranti: no ai Cpt anche per la Croce Verde

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Forte si è levato l'appello per la chiusura dei Centri di Permanenza Temporanea con le due manifestazioni nazionali in Friuli Venezia Giulia e in Piuglia di sabato 22 ottobre. A Bari presente anche il sindaco, Michele Emiliano che ha marciato in prima fila con assessori e consiglieri del Comune e della Regione polemizzando anche con il sottosegretario Mantovano per le dichiarazioni sulla segretezza e sulla gestione della sicurezza. "Nessuna persona è illegale, né qui né altrove", recita lo striscione d'apertura. A reggerlo soprattutto migranti. A fatica cercano di prendere le redini della loro battaglia, "perché solo noi possiamo coinvolgere e creare partecipazione fra gli stranieri". Il corteo si è mosso verso il nuovo Cpt nel quartiere San Paolo dove è impegnato uno dei partecipanti al corteo , Don Angelo Cassano dei padri Comboniani. A concludere il corteo un lungo girotondo di pace intorno alla struttura, un gesto simbolico perché forse non tutti oggi erano dell'opinione che occorresse un'azione forte e che facesse discutere. Da li la protesta si è spostata per le vie della città.

"Ma l'iniziativa più importante è stata l'occupazione simbolica della sede della Croce Rossa che ha avuto far capire a chi si candida per la gestione del centro che bisogna rifiutarsi di sporcarsi le mani con una violazione così palese dei diritti degli immigrati" ha spiegato all'Unità online Anna Simone della Rete NoCpt di Bari. Anche a Gradisca d'Isonzo in Friuli Venezia Giulia, dove si sta costruendo il più grande Cpt d'Italia, vari 'senza volto' del nord-est hanno occupato la sede della Croce Verde che ieri aveva formalizzato la partecipazione al bando per la gestione del Cpt. Sullo stabile è stato apposto uno striscione su cui è scritto "No lager sulle nostre terre". L'iniziativa chideva alla Croce verde di ritirarsi dal bando.

Il presidente della Croce verde gradiscana incontra gli attivisti e dopo mezz'ora di tempo risponde positivamente alla richiesta dei 'senza volto' di ritirarsi dal bando per la gestione del Cpt. La dichiarazione letta e sottoscritta dal Sig. Flavio Bello, presidente pro-tempore della Croce verde gradiscana, impegna l'associazione a non accettare in alcun modo l'incarico per la gestione dei servizi all'interno del CPT di Gradisca D'Isonzo. E' la seconda volta che con iniziative di questo tipo, si ottiene questo risultato. Dopo l'occupazione il 2 aprile della sede della Misericordia a Cormons, l'ente aveva infatti deciso di ritirarsi dalla gestione del centro.

E se su La7 nella trasmissione "Così è la vita" va in onda la puntata "Ultimi giorni a Lampedusa", dopo tre anni di attesa il servizio pubblico della Rai non ha mai programmato il film inchiesta "Mare Nostrum" prodotto dal Stefano Mencherini, regista RAI e giornalista indipendente. Nei mesi scorsi una campagna popolare, lanciata da diverse associazioni(PeaceLink, Articolo21, MeltingPot), ha raccolto centinaia di firme e ha proposto un digiuno a staffetta tra decine tra persone comuni, migranti, parlamentari e persone impegnate nel sociale. "Rilanciamo oggi le richieste della campagna - scrivono varie organizzazioni in un appello - e chiediamo quindi che questa sia l'occasione per mostrare agli italiani la verità. Cessi quindi la censura del servizio pubblico (pagato da tutti i cittadini italiani) su Mare Nostrum e si avii un vero dibattito a livello nazionale sull'incostituzionalità, l'illegalità e il fallimento della Bossi-Fini-Mantovano e dei Cpt. Così che sia finalmente possibile superare e chiudere questi luoghi disumani, dove abusi e violenze avvengono giornalmente". Nell'appello vengono riprese le parole di Biagio Palumbo, l'ex direttore del Cpt di Agrigento che dopo l'inchiesta di Fabrizio Gatti: "Tutto quello che ho sempre sostenuto segnalandolo nelle sedi istituzionali, adesso è finalmente emerso dall'inchiesta di questo giornalista coraggioso dell'Espresso al quale darei un premio".

Altre fonti: Unità
Approfondimento: Campagna Mare Nostrum, Sito di Stefano Mencherini

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