Pedofilia: il Parlamento europeo dispone sanzioni più severe e prevenzione

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Gli abusi sui minori e la visione d'immagini a carattere pedopornografico sul web saranno puniti in maniera più severa nell'UE grazie alle nuove regole approvate ieri dal Parlamento europeo con 541 voti a favore, 2 contrari e 31 astensioni.

La nuova direttiva europea richiede anche agli stati dell'UE di rimuovere i siti a carattere pedopornografico o, quando questo non sia possibile, di bloccare l'accesso a queste pagine dal proprio territorio nazionale. Alcuni studi affermano che il 10-20% dei minori europei è a rischio di abuso sessuale. La direttiva che combatte gli abusi, lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia, introdurrà disposizioni valide in tutta Europa per rafforzare la prevenzione, i procedimenti a carico dei trasgressori e la protezione delle vittime. Gli Stati membri avranno due anni per adeguare la loro legislazione nazionale a questa direttiva.

Save the Children ha accolto con soddisfazione il varo della nuova Direttiva contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori e contro la pedopornografia approvata oggi dal Parlamento Europeo, che sostituisce e aggiorna in modo sostanziale la Decisione Quadro del 2004. Sulla base dell’esperienza diretta maturata sul campo nei principali paesi europei, l’organizzazione ha promosso fortemente lo sviluppo della nuova Direttiva presso la Commissione e il Parlamento fornendo informazioni, dati e conoscenze emerse da ricerche e attività sul territorio e raccomandazioni sulle misure più efficaci, molte delle quali sono state accolte nel testo finale approvato.

Apprezziamo il lavoro svolto con determinazione e impegno dalla Commissaria europea per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom e dalla relatrice per il Parlamento europeo Roberta Angelilli per il raggiungimento di un risultato così importante nella lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori,” - ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Siamo orgogliosi che il nostro lavoro in quest’ambito, svolto in collaborazione con tutti gli attori e le autorità coinvolti nel mondo dei nuovi media della rete, abbia contribuito alla completezza e all’efficacia delle misure introdotte, in particolare in relazione agli elementi di novità.”

Tra i principali aspetti innovativi che Save the Children ha da sempre promosso e auspicato ci sono la creazione in ogni paese membro di una unità di polizia specifica per l’identificazione dei minori vittime di abuso per la produzione di materiale pedopornografico, ma anche l’uniformazione tra i diversi paesi della definizione di questo tipo di reati con l’introduzione di quello dell’adescamento online (grooming), novità assoluta anche per l’Italia dove non è ancora codificato anche se perseguito, e poi ulteriori misure specifiche per la collaborazione tra le forze di polizia nelle fase di indagine che ne miglioreranno tempestività ed efficacia” - ha dichiarato Cristiana De Paoli, Responsabile Minori e Nuovi Media di Save the Children Italia.

“Vogliamo sottolineare anche l’aspetto della prevenzione della reiterazione dei reati, con l’istituzione di percorsi di recupero per gli abusanti o potenziali tali, e l’introduzione dell’obbligo per i paesi membri della rimozione dei siti che contengono materiale pedopornografico ospitati sul loro territorio con l’impegno ad adoperarsi perché vengano comunque rimossi anche quando sono ospitati in paesi terzi.

L’unico rammarico è l’assenza, nella Direttiva, dell’obbligo per i paesi membri di bloccare nel frattempo l’accesso ai siti ospitati in paesi terzi, come avviene già in Italia per legge. Si potrebbero così abbattere in modo significativo gli accessi al materiale riducendo le potenzialità di guadagno per le reti criminali che ne traggono profitto, ed evitare che si rinnovi ad ogni visione delle immagini la violenza subita dai minori abusati per la produzione di quel materiale”. - conclude De Paoli.

Si prevede che la direttiva, frutto di un accordo informale con i governi nazionali, sarà formalmente adottata dal Consiglio dei ministri prima della fine dell'anno. Gli Stati membri avranno poi due anni per adeguare la loro legislazione nazionale. [GB]

 

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