Pedo-pornografia: il rapporto di Save the Children

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Save the Children ha presentato a Bruxelles un nuovo rapporto sulla pedo-pornografia e lo sfruttamento sessuale dei bambini su Internet, un documento basato sul lavoro di hotline operanti in sei Paesi europei (Italia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda e Norvegia).
Si calcola che oggi il mercato della pedo-pornografia on line abbia un valore di 5 miliardi di dollari. Una fotografia viene venduta a un prezzo che varia dai 30 ai 100 dollari, mentre un film costa dai 250 ai 300 dollari. In Russia alcuni siti pedo-pornografici guadagnano 30.000 dollari al mese. Save the Children chiede all'Unione europea e ai singoli governi un impegno deciso nella difesa dei minori dalla pedo-pornografia. Una delle maggiori difficoltà nella lotta al fenomeno sta proprio nel fatto che Internet è un mezzo che non conosce confini e che è difficile inquadrare da un punto di vista giuridico.

Più di mille le segnalazioni ricevute finora da STOP-IT, la hotline italiana per la segnalazione di materiale pedo-pornografico in rete lanciata da Save the Children lo scorso novembre in collaborazione con la Polizia postale e delle comunicazioni. Oltre il 40% dei siti si sono rivelati contenenti materiale illegale. La maggior parte di questi è residente in Usa (47%), in Italia (37%) ed in Russia (oltre il 17%).

Sono 6.866 i siti Internet a contenuto pedo-pornografico denunciati nei primi 139 giorni di quest'anno da Telefono Arcobaleno: la media è di 1.586 al mese, 346 alla settimana, 49 al giorno. E di questi 263 siti sono italiani; praticamente i volontari che navigano in rete a caccia di abusi sessuali sui minori ne scoprono due al giorno. Numeri che collocano l'Italia al quarto posto nel mondo per numero di portali web illegali, dopo Usa, Russia e Corea del Sud. Proprio in questi giorni la Polizia postale e delle comunicazioni ha individuato e fermato cento persone che, attraverso un nuovo sistema di utilizzo dei file musicali MP3 su internet, scambiavano materiale pedo-pornografico.

Save the Children ha fatto appello alla stampa e ai mass media perché l'informazione su un tema così grave come la pedo-pornografia adotti toni meno sensazionalistici e si adoperi ad informare il pubblico in maniera appropriata, tenendo conto della complessità del fenomeno e della necessità di un approccio articolato per prevenirlo e combatterlo. Lo studio di Save the Children è anche il primo tentativo organico di mettere insieme dei dati su quanto sia diffuso il fenomeno, anche se si ha l'impressione di trovarsi di fronte a un universo volatile, infinitamente più veloce dei sistemi di repressione e legislativi dei singoli Stati. Da alcuni mesi il Ministero delle Comunicazioni ha attivato un Gruppo di lavoro con il mandato di stendere un codice (entro giugno) che possa essere adottato dagli Internet Service Provider e dai gestori di contenuti dei siti, in maniera volontaria. Questo codice conterrà regole di condotta miranti a tutelare i minori da contenuti nocivi/illegali.

Fonti: Save the Children, STOP-IT, Telefono Arcobaleno, Rainews 24, Repubblica;

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