Africa: viaggio di Bush tra peacekeeping e lotta all'Aids

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Il Presidente americano Bush è in viaggio attraverso i paesi dell'Africa sub-sahariana. Come ha dichiarato alla Cnn "è molto importante che gli Usa non mostrino al mondo solo i muscoli, ma anche il cuore". Il tour ha attraversato Senegal, Sudafrica, Botswana, Uganda per finire in Nigeria.

In Senegal Bush ha incontrato i presidenti dei paesi della regione (oltre a quello senegalese, quelli di Ghana, Mali e Sierra Leone) ed ha affrontato lo spinoso tema della Liberia. Esperti militari statunitensi sono già all'opera per mettere a punto insieme con la Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale (Ecowas) una strategia per portare la pace in Liberia. L'Ecowas ha espresso tra l'altro la volontà di inviare entro due settimane una forza di "peacekeeping" sul territorio liberiano.

In Sudafrica Bush ha incontrato il presidente sudafricano Thabo Mbeki. All'ordine del giorno il destino dello Zimbabwe. Le posizioni contrapposte di Pretoria e Washington sono emerse in modo netto: da un lato gli americani decisamente contrari al presidente zimbabwano Mugabe, dall'altro i sudafricani che cercano di tenere una linea morbida incentrata sul dialogo tra le parti. A Pretoria, come poi anche in Botswnana, il presidente americano ha sottolineato l'importanza della lotta all'Aids ed ha ribadito la volontà americana di sostenerla con un finanziamento di 15 miliardi di dollari di aiuti quinquennali. Per il momento questa montagna di aiuti è ancora però del tutto virtuale perché dal Congresso ancora non sono stati stanziati.

Per ultima sarà la Nigeria in questi giorni sconvolta da durissimi scontri tra scioperanti e polizia: si parla di una decina di morti. Bush affronterà senza dubbio la questione dell'aids e del rafforzamento della democrazia, ma sullo sfondo resterà il petrolio. Washington desidera una Nigeria stabile ed alleata, così da garantire approvvigionamenti in caso di crisi mediorientali.

Nell'agenda di impegni per le politiche strategiche e per le grandi campagne di aiuti, non c'è stato spazio per discutere sui sussidi di 4 miliardi di dollari che il governo americano stanzia in favore dei produttori di cotone americani. Lo denuncia Christian Aid che sottolinea come questi sussidi lasciano i produttori africani ai margini del mercato non potendo competere con i prezzi della produzione americana e mandano in crisi economie di interi paesi come Mali, Burkina Faso e Chad.

Fonti: Misna, Vita, Christian Aid

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