Kossovo: il dopo elezioni e il boicottaggio dei serbi

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Il voto di sabato scorso per le politiche in Kossovo vedrebbe riconfermata la Lega Democratica del Kossovo del presidente moderato Ibrahim Rugova che, pur in calo, col 47% dei voti si conferma la prima forza politica mentre il Partito Democratico del Kossovo, raggiungendo il 27%, si qualifica per un governo di coalizione - riporta Ansa Balcani. A vincere sarebbe dunque la "linea dura" imposta da Belgrado e a nulla sarebbero valsi gli sforzi di leader come Oliver Ivanovic (alleato del presidente della Serbia, Boris Tadic) che hanno sostenuto il dialogo per giungere ad una soluzione pacifica dell'irrisolto nodo balcanico che continua ad essere il Kosovo. ''La gente non ha votato per paura'' - ha denunciato Ivanovic. La stragrande maggioranza dei serbi ha risposto infatti alla richiesta arrivata dal primo ministro serbo Vojislav Kostunica e dalla chiesa ortodossa di boicottare l'appuntamento elettorale.

L'affluenza alle urne è stata piuttosto bassa. Secondo i dati, non ancora definitivi, resi disponibili dalla Commissione elettorale, si aggirerebbe attorno al 54% ossia circa 670.000 sul numero complessivo di milione e quattrocentomila degli aventi diritto. Ma, secondo i dati diffusi nella serata di sabato, gli elettori serbi che si sono recati ai seggi si contavano in termini di unità: poco più di 900 quelli che hanno votato in Kosovo (su 100mila) e circa 300 (su 118mila) quelli che lo hanno fatto presso i centri di votazione aperti in Serbia e Montenegro - riporta Ansa Balcani.

I commentatori internazionali sottolineano la mancanza di incidenti durante le elezioni, le seconde da quando il Kossovo è sotto amministrazione internazionale. "Un test che il Kossovo ha passato in modo positivo" - ha commentato l'amministratore del Kossovo, Jessen Petersen davanti ai giornalisti kossovari. "Ma queste elezioni non erano un esame solo per la piccola provincia dei Balcani ma anche per lo stesso rappresentante del Segretario Generale ONU che infatti, in questi suoi primi mesi di mandato, ha fatto di tutto affinché queste elezioni si concludessero con un successo. Lo stesso sabato, giorno delle elezioni, Jessen Petersen si è recato in numerosi seggi per monitorare e valutare egli stesso l'andamento delle votazioni" - riporta Alma Lama per l'Osservatorio sui Balcani. Sembra che l'alto astensionismo non sia solo legato al desiderio di non prendere parte alla tornata elettorale, "ma anche a vere e proprie intimidazioni che chi aveva intenzione di votare avrebbe subito" - sottolinea l'articolista. Nei media internazionali il boicottaggio da parte della comunità serba è spiegato come reazione alla paura in merito alla definizione dello status del Kossovo. Ai serbi vengono comunque garantiti 10 seggi in parlamento. Altri 10 vengono garantiti alle altre minoranze che abitano il Kossovo. Anche i giornali albanesi hanno seguito queste elezioni con attenzione e quasi tutti hanno sottolineato l'assenza di incidenti e la bassa affluenza alle urne.

Dal punto di vista dei risultati dei partiti albanesi quest'appuntamento elettorale è stato avaro di sorprese. Sembrava scontata la vittoria di Ibrahim Rugova e così è affettivamente stato. Nonostante una campagna elettorale sottotono l'LDK di Rugova ha ottenuto il 45% dei consensi (risultati non ancora ufficiali). E' la seconda volta di seguito che l'LDK si impone ad elezioni politiche, la quarta se si considerano anche le due tornate di elezioni amministrative. "E' crollato il numero di votanti ma non quello di consensi ricevuti dai partiti principali. Buona affermazione anche per il secondo partito del Kossovo, il PDK di Hashim Thaci che ha ottenuto il 26% dei consensi, mentre l'Alleanza per il Futuro di Kosovo, guidata da un altro ex-UCK si è assestata, come alle elezioni precedenti, sul 9%.

"Si tratterà di riconoscere formalmente l'indipendenza del Kossovo" - ha pronosticato nel giorno del voto il presidente Ibrahim Rugova, fingendo di ignorare la posizione di Belgrado, che boicottando le elezioni ha già lanciato la sua sfida. Che sembra essere quella di negare qualunque legittimità ai nuovi organi dirigenti del Kossovo, e quindi alle concessioni che in futuro, pur se con l'avallo internazionale, potranno riuscire a ottenere circa lo status definitivo della provincia. Tutti i risultati elettorali verranno ufficializzati a fine settimana dall'OSCE. [GB]

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