APM: Vertice G8 accende i riflettori sugli Ainu in Giappone

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Quattro settimane prima del vertice G8 in Giappone sull'isola di Hokkaido che è la terra della popolazione indigena degli Ainu, si delinea un primo successo per gli Ainu. Dopo anni di resistenza ora anche i politici di tutte le frazioni del parlamento giapponese si sono espressi a favore del riconoscimento ufficiale degli Ainu come popolazione nativa- riporta l'Associaizone per i popoli minacciati (APM). Entrambe le camere del parlamento intendono approvare entro il 15 giugno una risoluzione con una richiesta in tal senso rivolta al governo giapponese. "L'iniziativa ha buone possibilità di essere accolta visto che è sostenuta da rappresentanti importanti del partito liberal-democratico attualmente al governo" - commenta APM.

"L'inaspettato giro di boa della politica giapponese può anche essere ascritto all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale rivolta al Giappone, e in particolare all'isola di Hokkaido, in occasione del prossimo vertice G8" -⭀ continua la nota di APM. Sull'isola al nord del Giappone vivono circa 25.000 Ainu che ora sperano che il riconoscimento li aiuti ad ottenere più diritti, la diminuzione della discriminazione nei loro confronti da parte della nella società giapponese e un miglioramento del loro status sociale. Da decenni gli Ainu lottano per la difesa dei loro diritti territoriali tradizionali e per un adeguato risarcimento per gli espropri subiti. I loro tentativi di ottenere giustizia e far valere i loro diritti tradizionali tramite i tribunali giapponesi finora ha avuto un successo solo limitato.

Gli Ainu fanno parte della parte di popolazione più povera del Giappone. Subiscono forti discriminazioni nella ricerca di lavoro, il 38% è costretto a vivere di assistenza sociale e molti sopravvivono appena grazie a lavori a giornata, come pescatori e contadini. Ormai gli Ainu non possono essere distinti dalla popolazione maggioritaria giapponese per l'aspetto, ma poiché essi continuano ad essere trattati come cittadini inferiori, molti Ainu nascondono la loro identità. Se nel XIX secolo gli Ainu venivano chiamati in modo denigratorio "cani" dal resto della popolazione e le loro donne venivano sfruttate come schiave del sesso dai coloni giapponesi, a tutt'oggi è quasi impossibile per un Ainu sposarsi con un/a giapponese ed entrare a far parte della sua famiglia.

Dal 1869 in poi gli Ainu hanno subito l'assimilazione forzata e solo nel 1991 il governo giapponese ha ammesso in sede di Nazioni Unite che gli Ainu rappresentavano i primi abitanti del Giappone. La legge per il sostegno della cultura degli Ainu del 1997 ha costituito un primo piccolo passo per il riconoscimento almeno dei diritti culturali degli Ainu, ma manca tuttora il riconoscimento del loro status come popolazione e il riconoscimento dei loro tradizionali diritti alla terra.

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