Amnesty-HRW: Bush cancella il viaggio in Svizzera, “va processato per tortura”

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L'ex presidente statunitense George W. Bush ha annullato la sua visita in Svizzera, prevista il 12 febbraio, a causa del rischio di un'azione legale nei suoi confronti. Venerdì scorso, Amnesty International e due associazioni a tutela delle vittime di torture hanno inviato ai procuratori del cantone di Ginevra e della Federazione una dettagliata analisi legale sulle responsabilità dell'ex presidente Bush per atti di tortura da lui autorizzati, sottolineando che vi sono sufficienti informazioni per aprire un'indagine penale, peraltro dovuta sulla base degli obblighi internazionali della Svizzera, se l'ex presidente Bush fosse entrato nel territorio del paese. (qui il Memorandum di Amnesty e tutti i documenti sull'azione legale)

"Ovunque si rechi - sottolinea la nota di Amnesty - specialmente nei 147 stati parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, l'ex presidente Bush potrà andare incontro a un'inchiesta e a un procedimento penale per le sue responsabilità in atti di tortura e in alti crimini di diritto internazionale". L'accusa formale (indictment) è la base su cui preparare atti specifici per paese con ulteriori prove e informazioni aggiornate. Secondo gli esperti di diritto internazionale presso il Center for Constitutional Rights (CCR) di New York e il Centro Europeo per la Costituzione e i diritti dell'uomo (ECCHR) con sede a Berlino, "ai sensi della Convenzione contro la tortura gli ex presidenti non godono di alcuna immunità speciale".

"Il waterboarding è tortura e Bush ha ammesso nel suoi libro, senza alcun segno di rimorso, di aver approvato il suo utilizzo" - ha detto Katherine Gallagher, Senior Staff Attorney al CCR e Vice Presidente della Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH). "I torturatori - anche se sono ex presidenti degli Stati Uniti - devono essere chiamati a rispondere e perseguiti. L'impunità per Bush deve finire".

Amnesty International e Human Right Watch sollecitano da tempo le autorità statunitensi a indagare sulle responsabilità dei vertici dell'amministrazione Usa per atti di tortura, soprattutto dell'ex presidente Bush: una richiesta rinnovata recentemente a seguito della pubblicazione delle memorie dell'ex-presidente lo scorso novembre. Gli Usa non hanno aperto indagini tali da poter esaminare adeguatamente le possibili responsabilità penali dell'ex presidente e tutto sta a indicare che non lo faranno in futuro.

"Finora, c'è stata solo una manciata di inchieste militari sulle detenzioni e i metodi d'interrogatorio in Iraq, in Afghanistan e a Guantánamo. Ma nessuna ha avuto l'indipendenza e il mandato necessari per indagare i vertici dell'amministrazione Usa, tra cui l'allora presidente Bush"- ha dichiarato Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International. "Inoltre, nessuno è stato chiamato a rispondere dei crimini commessi nell'ambito del programma di detenzioni segrete della Cia, autorizzato dall'ex presidente Bush. Poiché gli Usa finora non hanno saputo portare l'ex presidente Bush di fronte alla giustizia, spetta ora alla comunità internazionale il compito di agire" - ha concluso Shetty.

Una richiesta alla quale si associa anche Human Right Watch: "Il governo degli Stati Uniti invece di lasciare le azioni giudiziarie ad altri paesi, dovrebbe prendere l'iniziativa e indagare l'ex presidente George W. Bush e altri alti funzionari per aver autorizzato la tortura di sospetti terroristi" - sottolinea una nota di Human Rights Watch. "Autorizzando i magistrati a indagare e perseguire questo grave reato il governo americano deve dimostrare che nessun ufficiale, tra cui un ex-presidente, è al di sopra della legge. L'ammissione audace e sfacciato da parte di Bush di aver ordinato il waterboarding è un normale punto di partenza per iniziare un'indagine su un reato" - ha detto Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Rights Watch.

"Non mettendo un atto un'indagine giudiziaria sulle responsabilità per le torture autorizzate da Bush e da altri alti funzionari dell'amministrazione, l'amministrazione Obama sta mostrando disprezzo per lo atato di diritto" - ha aggiunto Roth. "Ciò mina il rispetto dei diritti umani nel nostro paese e la credibilità degli Stati Uniti nel promuovere i diritti umani all'estero". "Il presidente Barack Obama ha ripetutamente espresso una certa riluttanza a "guardare indietro" a presunti crimini commessi durante la precedente amministrazione ed ha espressamente escluso di voler perseguire gli agenti della Cia accusati di aver commesso abusi".

Le denunce presentate a Ginevra sostengono che uno dei detenuti attualmente a Guantanamo e già detenuto in isolamento per anni in un luogo incognito della Central Intelligence Agency (CIA) e un altro ex detenuto di Guantanamo, subirono mentre in custodia percosse, incatenamento in posizioni stressanti, prolungata privazione di cibo e sonno e estremi di calore e di freddo. [GB]

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