Africa: le violenze rendono impossibili gli interventi umanitari

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Si susseguono gli appelli delle organizzazioni umanitarie internazionali affinchè sia reso possibile il loro intervento in diverse situazioni di crisi nel continente africano.

Una quarantina di Ong internazionali chiede alla comunità internazionale maggiore attenzione alla Somalia dove la situazione sta rapidamente deteriorando a causa della violenza degli scontri. "C'e' un clima crescente di paura ed incertezza nella maggior parte del paese zone che in precedenza erano considerate sicure ora stanno diventando inacessibili a causa di una situazione peggiorata sul fronte della sicurezza" - riportano le Ong, tra le quali Oxfam, Save the Children e Care International.

Secondo le agenzie, circa 20mila persone sono costrette a lasciare ogni mese le proprie case a Mogadiscio a causa degli scontri e dei combattimenti. Un milione di persone sono sfollate e due milioni hanno bisogno di assistenza e aiuti, a causa dei prezzi record raggiunti dalle derrate alimentari e la carestia che ha colpito molte zone. Ma gli attacchi, le uccisioni di operatori umanitari e le razzie degli aiuti stanno rendendo sempre più difficile il lavoro delle Ong. E' il secondo appello che le agenzie rivolgono negli ultimi cinque mesi. Lo scorso ottobre avevano avvisato del rischio di una "catastrofe umanitaria imminente": da allora vi sono 360mila nuovi sfollati e mezzo milione di persone in piu' bisognose di aiuti umanitari.

Intanto, Medici Senza Frontiere denuncia il perpetrarsi di violenze nella regione occidentale del Bas-Congo (Repubblica Democratica del Congo) dove è spesso impossibile raggiungere i feriti. Dal 28 febbraio, quando la polizia congolese ha iniziato la repressione dei membri del Bundu Dia Kongo, l'ovest della Repubblica Democratica del Congo (RDC) è in effetti il teatro di violenti scontri. "È una situazione d'urgenza", afferma Philippe Havet, coordinatore di MSF nel Bas-Congo. "Ci sono dei feriti - per colpi di arma da fuoco e per arma bianca - che hanno bisogno di cure mediche d'urgenza. Per MSF, tutti i feriti devono essere curati, indipendentemente dalla loro appartenenza politica o religiosa".

Infine, La comunità delle organizzazioni umanitarie in Sudan condanna fermamente gli intollerabili attacchi che in Darfur (Sudan) stanno mettendo a rischio le operazioni umanitarie e la sicurezza della popolazione - riporta un comunicato dell'Unicef. "Gli attacchi contro coloro che sono impegnati negli interventi umanitari non sono mai giustificabili" - afferma la nota aggiungendo che "in Darfur tali episodi hanno raggiunto livelli senza precedenti": dall'inizio dell'anno 3 operatori umanitari e un autista di un camion di aiuti sono stati uccisi ed oltre 90 persone impegnate in interventi umanitari sono state rapite, la gran parte durante assalti e dirottamenti di convogli umanitari. Gli attacchi armati o irruzioni nelle basi ONU sono stati 23. Vi sono più di 14.000 operatori umanitari in Darfur e molte altre migliaia nel resto del Sudan, assistiti da tecnici specializzati, autisti civili e lavoratori a contratto, senza i quali le operazioni salvavita delle organizzazioni umanitarie non sarebbero possibili - sottolinea la nota. La comunità delle organizzazioni umanitarie chiede che non sia concessa alcuna impunità a coloro che continuano ad attaccare gli operatori umanitari in qualsiasi parte del Sudan. [GB]

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