Verso la Campagna 070

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Foto: Campagna070

Prende avvio la Campagna per raggiungere l'obiettivo di dedicare lo 0,70% della ricchezza nazionale lorda all'aiuto pubblico allo sviluppo verso i paesi più poveri Un impegno di vecchia data e non ancora raggiunto dall'Italia. Le associazioni promotrici non hanno dubbi: è un obiettivo e che porterà benefici non solo ai paesi riceventi ma anche ai paesi donatori. 

Nasce la Campagna 070: un'iniziativa promossa dalle principali rappresentanze italiane della Cooperazione internazionale allo sviluppo per informare i cittadini e fare pressione affinché l'Italia rispetti l'impegno di destinare lo 0,70% della ricchezza nazionale all'aiuto pubblico allo sviluppo. Si definisce Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) l’insieme di risorse pubbliche da usare in attività e progetti di cooperazione con paesi a basso tasso di sviluppo (in Italia la materia è disciplinata dalla legge 125/2014). La Campagna è stata lanciata con un primo Webinar il 22 settembre 2021, visualizzabile on line sulla pagina Facebook dedicata.

I promotori della Campagna – le federazioni delle Organizzazioni non Governative FocsivAOICINILink 2007 – e i suoi patrocinanti – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS)Forum Nazionale Terzo SettoreCaritas Italiana e Missio Italia – sottolineano come l'impegno nella cooperazione internazionale sia strategico e vantaggioso per tutti, non solo per i cittadini dei paesi più poveri ma anche per le comunità nei nostri paesi.

Ivana Borsotto, presidente FOCSIV e portavoce della Campagna sullo 0,70 spiega: “Il 24 ottobre 1970 l'Italia ha firmato la risoluzione dell'Assemblea ONU che impegnava i paesi a destinare lo 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale. Si era capito già allora che il mondo stava facendosi globale, più interconnesso e interdipendente, dove i mali di ciascuno sono i mali di tutti e i problemi sono globali. Temi come la povertà, la malattia, il clima, l'ambiente, troveranno soluzioni che possono essere solo globali. Per noi la cooperazione è un insieme di azioni e partenariati per trasformare la grammatica dei diritti in una pratica quotidiana”. A chi lamenta che questo sia un costo eccessivo in un momento di difficoltà sociale ed economica, la Borsotto risponde: “Siamo consapevoli delle nuove povertà in Italia, siamo vicini a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese e i nostri enti si sono attivati per rispondere a questi problemi. Ma questa situazione non deve farci chiudere e considerare il mondo come una minaccia. Non possiamo non rispettare gli impegni presi”. Su questo punto Matteo Zuppi, Cardinale e Arcivescovo di Bologna aggiunge: “Ciò che accade in Africa ha riflessi in Italia, si guardi ad esempio alla pandemia. Noi lo vediamo bene attraverso i canali dei missionari nel mondo e la Campagna ci aiuta ad aprire gli orizzonti oltre i confini ristretti”.

Gli obiettivi immediati della Campagna sono due: aumento, nella prossima legge di bilancio, delle risorse dedicate all’Aps e la presentazione di una legge che impegni il governo a raggiungere lo 0,7 in tempi brevissimi, come già hanno fatto altri paesi europei.

L'impegno dello 0,70 è stato ripreso anche nell'Obiettivo 17 dell'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile un “piano d’azione” sottoscritto il 25 settembre 2015 da 193 paesi delle Nazioni Unite per condividere l'impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro pianeta e alle persone che lo abitano, fissando degli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 in tutti i paesi firmatari.

In Italia, quali sono i numeri relativi all’aiuto allo sviluppo? La Fondazione Openpolis ha raccolto diversi dati in merito. Emerge che i fondi dedicati all’Aps sono cresciuti negli anni fino al 2017, poi la tendenza si è invertita rapidamente. Oggi, il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo è fermo allo 0,22%, ben lontano dall’impegno dello 0,70%. 

Ogni anno, ad aprile, l’OCSE pubblica i dati preliminari sui fondi stanziati in Aps dai paesi del DAC (il comitato, interno all’OCSE, per l’aiuto allo sviluppo a cui partecipano 30 paesi, tra cui l’Italia). Il dato viene scomposto nelle principali componenti dell’Aps: il canale multilaterale, la spesa per i rifugiati nel paese donatore e il canale bilaterale. Nel caso dell’aiuto bilaterale, le risorse vanno dal paese donatore direttamente al paese ricevente e i progetti possono essere affidati per la loro realizzazione ad altri attori quali ong, associazioni, enti locali, università, settore privato, ecc. Nell’aiuto multilaterale, invece, le risorse del paese donatore sono destinate ad organizzazioni internazionali per svolgere attività volte a promuovere lo sviluppo; si tratta, ad esempio, di programmi realizzati attraverso agenzie ONU quali Unicef, Unhcr, Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc. Negli anni, la componente multilaterale dell’Aps è stata spesso superiore alla componente bilaterale. Il canale multilaterale ha un andamento più stabile, con una progressiva crescita delle risorse, al contrario, l’aiuto bilaterale è più soggetto a fluttuazioni. Questo accade anche perché gli aiuti multilaterali si inseriscono in accordi internazionali che è poi più difficile ritrattare. Quanto ai fondi destinati ai rifugiati nel paese donatore, questi hanno subito variazioni piuttosto rilevanti: arrivati al loro massimo nel 2017 (0,09% della ricchezza nazionale), sono scesi fino allo 0,01% nel 2020.

Nel mondo, gli Stati Uniti sono da sempre il primo donatore in aiuto pubblico allo sviluppo. Con 35,5 miliardi di dollari, l’Aps statunitense rappresenta il 22% dei fondi per la cooperazione dei paesi Dac. Allo stesso tempo però, considerati complessivamente, i paesi dell’Unione Europea contribuiscono per il 45%, anche escludendo dal computo il Regno Unito. L’Italia è il decimo donatore in termini assoluti con 4,2 miliardi di dollari di investimento. È bene sottolineare che le spese militari e le attività di peacekeeping in genere non sono conteggiate dall’OCSE come aiuto allo sviluppo, a parte casi come il monitoraggio delle elezioni, attività di formazione del personale, anche di polizia, smaltimento di armamenti e sminamento, ecc.. 

Una delle sfide della Campagna sarà proprio quella di “convincere quelli che convinti non lo sono”. Il concetto è che la cooperazione internazionale è un win-win dove chi “guadagna” non è solo il paese ricevente ma anche il paese donatore. Ad esempio, se l’Africa cresce, traina anche l'Europa che al contrario sta invecchiando rapidamente. La Borsotto sottolinea: “La Legge 125 ci dice che cooperazione internazionale è parte integrante e qualificante della politica estera, che estende la nostra presenza dalle sedi istituzionali anche nei posti più marginali, nelle periferie, nei villaggi, nelle campagne più lontane. La cooperazione non è un costo, è un investimento, è una nostra convenienza e aiuta l'Italia, perché significa inserirsi da protagonisti nel sistema globale, aderire a progetti ambizioni - pensiamo all'integrazione Italia-Africa – e consolidare la nostra reputazione come paese partner affidabile”.

Lia Curcio

Sono da sempre interessata alle questioni globali, amo viaggiare e conoscere culture diverse, mi appassionano le persone e le loro storie di vita in Italia e nel mondo. Parallelamente, mi occupo di progettazione in ambito educativo, interculturale e di sviluppo umano. Credo che i media abbiano una grande responsabilità culturale nel fare informazione e per questo ho scelto Unimondo: mi piacerebbe instillare curiosità, intuizioni e domande oltre il racconto, spesso stereotipato, del mondo di oggi.

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