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Una lotta contro il tempo per la sopravvivenza
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Foto: Unsplash.com
Di guerre che scoppiano improvvise o attese, escalation per la sopravvivenza o per la conquista, ne sentiamo purtroppo troppo spesso parlare. Ma di una guerra tra piante… ancora non avevamo avuto notizia. Eppure accade, e ce lo dice uno studio condotto sulle Alpi Svizzere da un’equipe internazionale di scienziati che ha coinvolto l’Università degli Studi di Milano assieme all’Università di Losanna, La Sapienza di Roma e l'Università di Modena e Reggio Emilia. E a cosa va ricondotta questa lotta? Allo sconvolgimento climatico in corso, Watson!
Partiamo da dove tutto ha inizio, ovvero dal ritiro dei ghiacciai: a tutte le latitudini si stanno scongelando, con conseguenze che riguardano tutti noi, ovunque, compromettendo a catena più di un ecosistema. Se i ghiacciai si ritirano lasciano infatti scoperta la terra che una volta era protetta dal ghiaccio e qui si attivano interazioni del tutto nuove per le relazioni che tessono la vita in queste condizioni.
In particolare ne risentono le specie che hanno colonizzato quei luoghi e che si sono adattate a un certo tipo di habitat che, in maniera molto rapida, sta però scomparendo. Venendo meno le caratteristiche che garantivano l’equilibrio di quelle specie, le piante generaliste (che si adattano a uno spettro più ampio di condizioni e di “partenariati”, maggiori in quantità ma non in forza e qualità) salgono di altitudine e occupano gli spazi che fino a poco tempo prima erano occupati da piante specifiche, in una rete di interdipendenze che riguardano in maniera decisamente specializzata anche gli impollinatori che le frequentano.
Il grado di fragilità aumenta, compromettendo relazioni di mutua dipendenza confermate dai dati e dalla loro variazione su un arco temporale di 140 anni. Una ricerca che, forte di un approccio interdisciplinare, ha messo in luce la fondamentale importanza di piccole reti di interazione subalpina e il cui modello corrisponde però a ciò che avviene su ghiacciai di tutto il mondo. A questo proposito, proprio con l’intenzione di monitorare e preservare per quanto possibile la biodiversità glaciale alpina che va di pari passo con l’evitare l’estinzione di molte specie non solo vegetali ma anche animali, è stato avviato un progetto dal nome parlante: PriotICE, volto a censire e tutelare gli ambienti glaciali e i conseguenti habitat specifici. Con capofila sempre l’Università Statale di Milano, questo progetto europeo coinvolge altri quattro partner: MUSE – Museo delle Scienze di Trento, Università di Losanna, Laboratorio francese di Ecologia Alpina e Adam Mickiewicz University in Polonia.
Non solo alghe e piante quindi, ma anche muschi, batteri, invertebrati e vertebrati che intrecciano le loro vite in questi ambienti estremi, garantendo non solo la propria sopravvivenza ma anche quella di tutta la rete ecosistemica: seppur con notevolissime capacità di adattamento sia morfologiche che fisiologiche, hanno la capacità di restare in questi ambienti ostili. Obiettivo primario di questo lavoro coordinato è creare il primo database relativo alla biodiversità glaciale, non solo come base per l’analisi dei dati, ma come strumento conoscitivo degli organismi che vivono in questo ambiente, col fine di fungere da memoria storica di una biodiversità che, purtroppo, è destinata a scomparire.
I complessi glaciali oggetto di questa indagine riguardano molto da vicino l’Italia: dal Monte Bianco al Monte Rosa, dal Gruppo Ortles-Cevedale al Gruppo Adamello-Presanella alle Dolomiti più in generale, con particolare attenzione ai ghiacciai più piccoli e purtroppo più prossimi all’estinzione, così come altri ghiacciai in tutto l’arco alpino europeo, cercando ancora una volta di diffondere i risultati raccolti per sensibilizzare rispetto all’importanza della conservazione di questi ambienti così importanti e minacciati.
Anna Molinari
Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.






